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Canti e tradizione, i “Sèm Chì Inscì” compiono vent’anni
Lo storico gruppo festeggia l'importante traguardo. Negli anni è stato chiamato in ottanta Paesi in tutta Europa
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Vent’anni di canti e tradizioni. Un bel traguardo per il gruppo folcloristico “Sèm Chì Inscì” di Laveno Mombello che dal 1997 porta per le piazze i canti della tradizione lombarda.
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Nato sotto l’ala della storica Filarmonica Giuseppe Verdi, fondata nel 1901, che oggi conta 60 elementi, il gruppo folcloristico non si è più fermato: «Tutto è iniziato quando la banda ha chiesto ad un gruppo di persone di accompagnarla ad una manifestazione in Svizzera, vestiti con gli abiti di una volta. Abbiamo riunito qualche famiglia e siamo andati, per l’occasione abbiamo anche preparato i primi canti. E’ nato tutto così».
Tornati da quell’esperienza il gruppo continua nella ricerca di canti della tradizione, fino alla formazione di un vero e proprio coro. «Da quel tempo le cose sono cambiate, i bambini e i ragazzi non partecipano più ma siamo comunque un bel gruppo con persone». Il ritrovo per le prove è una volta ogni tre settimane nella loro sede, in uno dei locali al piano terra del Liceo Scientifico di Laveno Mombello: «Non manca mai nessuno ed è l’occasione per stare insieme».
Nel giro di qualche anno il gruppo, formato da una trentina di elementi, diventa uno dei punti di riferimento per il genere, come i Bosini di Varese o i Ten Citt di Cuanardo, e vengono chiamati in tutta Europa: «Facciamo circa venti uscite l’anno, in questi vent’anni siamo stati in ottanta Paesi, tra Italia del nord e centro e Europa. Siamo stati in Austria, Germania, Moldavia. La trasferta per noi diventa anche un momento di divertimento, c’è sempre la voglia di stare insieme».
Nel repertorio ci sono canti della tradizione popolare lombarda, alcuni tramandati da generazioni e altri ricercati: «Le prime canzoni le ho trovate nei dischi di Elsa Albonico, una musicologa della zona che aveva raccolto in un cd e in un libretto le canzoni del Canton Ticino e del Varesotto. Altre canzoni sono dei nostri tempi e le sapevamo già. Sono tutti brani che raccontano i lavori di un tempo, dall’arrotino alla filanda fino al contrabbandiere. E poi, ci sono le canzoni d’amore». Nel loro elenco anche canzoni più recenti di Nanni Svampa o le primissime di Davide Van De Sfroos.
«Crediamo che sia importante non perdere il patrimonio culturale della canzone, che sia in dialetto o in italiano. Inoltre, siamo contenti di vedere che alle persone il nostro spettacolo piace, non abbiamo nessuna pretesa artistica ma ci divertiamo e questo è importante». Gianluigi Arioli e Cesare Morton spiegano che la difficoltà oggi è principalmente: «quella di coinvolgere persone giovani. Le cose sono cambiate e oggi c’è meno interesse per queste cose. Siamo comunque contenti e chi vuole può unirsi o ci venga a vedere».
Nella foto Gianluigi Arioli Presidente della Filarmonica Giuseppe Verdi e Cesare Morton, Presidente dei gruppo folcloristico
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