Garanzia giovani: un ponte verso il mercato del lavoro
Oltre 93.000 inserimenti grazie al finanziamento 173 milioni stanziato da Regione Lombardia per favorire gli inserimenti lavorativi di giovani tra i 15 e i 29 anni
«I 35 milioni di euro investiti nella sola Citta’ metropolitana con la misura Garanzia Giovani hanno prodotto 31.746 inserimenti lavorativi, poi diventati 16.455 assunzioni di cui 3.671 apprendisti, 8.778 con contratto a tempo determinato e 4.006 a tempo indeterminato. Si aggiungono i 15.291 tirocini, dei quali 445 diventati contratti di lavoro». Lo ha ricordato l’assessore all’Istruzione, Formazione e Lavoro di Regione Lombardia Valentina Aprea intervenuta al convegno ‘Ready to work! I risultati di Garanzia Giovani e i percorsi professionalizzanti in Lombardia’ evento organizzato nell’ambito di ‘Panorama d’Italia a Milano’, promosso dal settimanale ‘Panorama’.
IL QUADRO REGIONALE – «Con un finanziamento di 173 milioni, ai quali Regione Lombardia ha aggiunto altri 5 milioni per il contrasto alla dispersione scolastica – ha proseguito l’assessore – abbiamo favorito 93.066 inserimenti lavorativi di giovani tra i 15 e i 29 anni. Di questi, 50.098 si sono trasformati in assunzioni con tre tipologie di contratto: apprendistato, tempo determinato e indeterminato. Completano il quadro i 42.967 tirocini di almeno 6 mesi, di cui 44% diventati posti di lavoro”.
FATTORI DI SUCCESSO – I fattori che hanno contribuito al successo di Garanzia Giovani in Lombardia sono stati anche il ‘bonus occupazionale’, finanziato con 52 milioni da risorse regionali e destinato alle imprese che hanno potuto usufruire di sgravi per nuove assunzioni, la grande collaborazione degli Enti accreditati per la formazione che hanno orientato le loro attività all’effettiva creazione di posti di lavoro e, più in generale, l’aver fatto confluire la misura europea nella Dote Unica Lavoro.
DOTE UNICA LAVORO – «Nel 2013, a inizio legislatura – ha sottolineato l’assessore regionale – abbiamo reso la Dote Unica Lavoro, da sempre punto qualificante delle nostre politiche attive, strumento più adeguato alle necessità del momento: stop ai bandi, che richiedevano tempi lunghi e, invece, misura sempre aperta e rifinanziabile per occupazione giovanile, con una serie di fasce di aiuto per i più deboli e per le donne».
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