Non-voto al referendum, “da Dimitri Cassani frasi inaccettabili”
Il sindaco di Casorate aveva vagheggiato controlli post-referendum. "Non si addicono a un uomo delle istituzioni" dice Astuti, segretario provinciale Pd

Prosegue ancora il dibattito sul post (e soprattutto su un successivo commento) che il sindaco di Casorate Dimitri Cassani ha postato all’indomani del referendum. Il primo cittadino casoratese stigmatizzava in modo pesante i cittadini che non si sono recati alle urne per il referendum consultivo del 22 ottobre e vagheggiava verifiche su chi viene a chiedere aiuto in Comune.
«Una frase estrapolata» si è difeso Dimitri Cassani, che poi ha ricordato anche di non essere stato il solo ad esprimere un simile punto di vista. Una posizione simile anche se più sfumata – ha notato – era stata espressa in un post dal suo quasi-omonimo collega di Gallarate, Andrea Cassani: la frase (accompagnata da critiche agli stranieri neocittadini italiani, che avrebbero disertato le urne) era forse sfuggita ai più perché Cassani – quello gallaratese – è noto per i suoi post arguti o provocatòri. I due sindaci del Varesotto, comunque, non sono isolati, visto che per esempio nella Bergamasca una posizione simile – anzi più esplicita – è stata rilanciata dalla consiglira regionale Lara Magoni: «Da oggi prima di chiedermi qualsiasi tipo di supporto mostratemi la RICEVUTA di voto che vi è stata rilasciata sul Referendum».
Sulla vicenda interviene ora anche il segretario provinciale del Pd Samuele Astuti, che anche da sindaco è critico verso il collega casoratese (in passato esponente Udc e Ncd): «Frasi inaccettabili, soprattutto se pronunciate da un uomo delle istituzioni. Posso comprendere la delusione per l’esito della consultazione ma le sue frasi sono assolutamente fuori luogo».
Astuti prosegue: «La frase riportata sui social, nella quale si prefigura quasi la stesura di ‘liste di proscrizione’, non si addice a chi ricopre incarichi pubblici e, in particolare, a chi, come Sindaco della propria comunità, deve avere a cuore non solo i bisogni dei propri cittadini, ma anche il rispetto delle idee di tutti. Le consultazioni elettorali rappresentano un momento importantissimo e l’espressione del non voto è legittima e va compresa, non attaccata con parole feroci».
Il Segretario PD conclude: «Da parte e tutto il Partito Democratico condanna piena alle dichiarazioni di Cassani, solidarietà a tutti i cittadini casoratesi che si possano sentire minacciati o anche solo preoccupati dalle parole di chi dovrebbe occuparsi di loro senza alcun distinguo».
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Quei signori delle Istituzioni che contestano chi non si è recato alle urne per il referendum, forse no hanno capito che chi si è astenuto lo ha fatto per contestare i 50 milioni di € spesi inutilmente per il referendum, pagati dai cittadini Lombardi, quando si poteva richiedere la stessa cosa anche senza questo balzello. (Vedi Emilia Romagna)
Sig. brachidanio, a Roma comandano i rossi, in Emilia comandano i rossi, in Lombardia e Veneto no. Da cui la necessità di andare a contrattare a Roma coi rossi portando il peso del voto popolare.
Sulla questione del costo della consultazione, stiamo parlando di 50 MILIONI di euro per recuperare un residuo fiscale di 54 MILIARDI di euro ALL’ANNO.
Lei li spenderebbe 5 euro per recuperarne 5000?
Io sì, e di corsa…
Sig. Colombo messa così sembra che lei sia felice di aver speso 50 M€. Io non lo sono stato per niente, ed è questo uno dei motivi che mi ha spinto a non andare a votare. Oltretutto uno spot elettorale pro-lega così non si era mai visto, pagato coi soldi pubblici.
Per il resto completamente d’accordo col sig. Brachidanio.