Una legge per tutelare chi segnala illeciti sul posto di lavoro
Il whistleblowing è tutelato da una legge dello Stato. Al lavoro per questo obiettivo anche Giorgio Fraschini, varesino, esperto del tema
La Camera dei Deputati ha approvato il testo di legge, a firma dell’On. Francesca Businarolo (Movimento 5 Stelle), che introduce anche in Italia le tutele per i whistleblower, ovvero chi segnala illeciti sul posto di lavoro. Tutti i lavoratori del settore pubblico e in parte anche quelli del privato (limitatamente alle aziende e agli enti che adottino il modello organizzativo ex d.lgs.231) non potranno essere discriminati per aver segnalato corruzione e illeciti sul posto di lavoro. Sono previste sanzioni per i responsabili anticorruzione degli enti pubblici che non applicano le procedure o non verificano la segnalazione, viene protetta l’identità del segnalante, anche se non completamente come avremmo voluto.
Sul testo di legge ci ha lavorato dal 2013 Giorgio Fraschini, 35enne varesino, laureato alla Liuc con una tesi proprio sul whistleblowing, dipendente prima della ong inglese Public Concern at Work e a Transparency International Italia dal 2009, la più grande organizzazione a livello globale che si occupa di prevenire e contrastare la corruzione: «Transparency ha cominciato a lavorare sul whistleblowing dal 2009. Il Governo Monti fece un primo passo, poi dal 2013 prima il Movimento 5 Stelle (in particolare la deputata Businarolo) poi il Partito Democratico si sono interessati al tema, fino ad arrivare all’approvazione della legge – spiega Fraschini -. In sostanza io ho lavorato sul testo della legge, suggerendo migliorie ed emendamenti, mixando le varie posizioni che via via emergevano, facendo incontri con i parlamentari. La legge protegge i dipendenti del settore publico che segnalano illeciti, che quindi sono protetti da ritorsioni di vario tipo, dal licenziamento al mobbing. Nel pubblico la protezione è più forte, nel privato c’è ancora da lavorare per dare una copertura più completa per tutte le categorie».
«Oggi è un giorno molto importante per l’Italia e tutti gli italiani. La corruzione è la principale piaga del nostro Paese e finalmente abbiamo un’arma in più per sconfiggerla. Adesso però abbiamo bisogno che i cittadini facciano la loro parte», ha dichiarato Virginio Carnevali, presidente di Transparency International Italia.
«Ci sono voluti molti anni, ma non ci siamo mai arresi perché sapevamo che questa era una legge giusta, che andava introdotta anche in Italia, e siamo orgogliosi di aver dato anche il nostro contributo affinché questo diventasse realtà – commenta Davide Del Monte, Direttore Esecutivo di Transparency International Italia -. L’ultimo tassello in questo puzzle è stata la campagna #vocidigiustizia, lanciata nel 2016 insieme a Riparte il Futuro, che attraverso una petizione ha raccolto il supporto alla legge di oltre 66.000 cittadini».
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