L’evasione dal carcere di Varese a Le Iene

Uno degli agenti è stato protagonista di un servizio tv in cui si dà spazio alle sue tesi difensive, mentre è in corso il processo

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Uno dei cinque imputati accusato di aver favorito l’evasione di tre detenuti il 13 febbraio del 2013 è stato intervistato dalla trasmissione tv Le Iene, in un servizio di 12 minuti che dà ampio spazio alle sue tesi difensive. Durante il servizio è stato mostrato anche un video di un sopralluogo in fase di indagine con il pm Annalisa Palomba, che però non era ancora stato proiettato ai giudici in aula, episodio che la Procura starebbe valutando.

Ad ogni buon conto la tesi dell’agente penitenziario Angelo Cassano, 43 anni, uno degli imputati, è che egli sia estraneo ai fatti perché quella notte si trovava nella porta carraia all’ingresso dei Miogni e da quel punto non poteva sentire i fuggiaschi che segavano le sbarre. Fin qui alla tv, ma in aula alcune testimonianze sono state di segno opposto: i colleghi di Cassano hanno riferito come da quel punto di notte si sentano tutti i rumori del piccolo carcere di Varese. Un agente, interrogato, ha affermato ad esempio di aver udito distintamente le lime che segavano le sbarre durante una simulazione, nel sopralluogo che gli inquirenti effettuarono nel maggio 2014.

Cassano afferma di essere stato arrestato  sulla base di questa accusa ma anche a causa della parola di un detenuto (che si trovava sopra la cella dei fuggiaschi e parlò con loro dell’evasione) che lo aveva tirato in mezzo facendolo passare per complice. Nella scorsa udienza quel testimone ha confermato le accuse.

L’imputato che si è rivolto a Le Iene, com’è noto, fu arrestato anche per corruzione. Venne accusato di aver favorito la fuga passando informazioni e anche di aver chiesto come contropartita per il suo aiuto ai tre romeni, un pestaggio punitivo del comandante della polizia penitenziaria Alessandro Croci e del vicecomandante Rosario Arcidiacono con cui aveva dei conflitti personali. Anche un sindacalista ha riferito che l’imputato era in rotta coi vertici.

Servizi tv e udienze raccontano tuttavia ancora una realtà parziale perchè il processo è ancora in corso, mentre dei cinque imputati il solo Cassano è stato intervistato dalla trasmissione televisiva.

Su un’altra vicenda Cassano è invece solo indagato, questa volta per truffa nei confronti dello stato. E’ accusato di aver lavorato come buttafuori in Italia e in Svizzera mentre prendeva congedi per malattia.

Roberto Rotondo
roberto.rotondo@varesenews.it
Pubblicato il 29 Novembre 2017
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