Una mostra fotografica e un dolce agli amaretti per celebrare la cupola “ritrovata” della Basilica
Da sabato 11 novembre allo Spazio Restauro di via Postcastello è allestita un'esposizione storico-artistica: le foto degli affreschi restaurati accompagnate dalle ceramiche di Antonio Pozzi
 
																			
                        
						
						
						
						Una mostra fotografica e un delizioso dolce, per celebrare la rinascita degli affreschi della cupola, nell’ambito dell’impegnativo restauro della Basilica Santa Maria Assunta promosso dalla parrocchia. La mostra aprirà sabato 11 novembre e per l’occasione sarà disponibile appunto anche un dolce che richiama nelle forme l’elemento architettonico di maggiori richiamo della chiesa ottocentesca.
La cupola della basilica S. Maria Assunta di Gallarate, opera dell’architetto Moraglia, con i suoi 18 metri di diametro ed una altezza di 27 m dal pavimento della navata, si impone maestosa nello skyline della città, oggi e ancor più ieri, come si vede nelle immagini storiche.
L’interno della cupola venne affrescato dal prof. Luigi Cavenaghi, ritenuto all’epoca il “primo frescante di Lombardia”, che vi appose la propria firma e la data del 1888 a fine della sua opera. Il Cavenaghi era così famoso che, per permettere di far ammirare i suoi affreschi anche ai milanesi, furono istituite corse speciali del tram a vapore da Milano a Gallarate.
Gli otto pennacchi raffigurano il Cristo risorto tra i santi, e nei quattro pennacchi di imposta della cupola invece sono raffigurati i Profeti. Le fotografie di Davide Niglia, scattate in cantiere, ci permettono di vedere da vicino alcuni particolari e di godere dei colori originali ritrovati con il restauro in corso, curato dalla storica impresa gallaratese Gasparoli.
 Alla cupola della nostra basilica ha reso omaggio nel 1964 anche Ambrogio Pozzi, gallaratese e designer di fama internazionale, con le linee di contenitori S200 e S201 e con il servizio per la tavola T13. Le finestre di casa Pozzi davano infatti sulla cupola, «presenza ossessiva e ineliminabile», come racconta Pozzi stesso. Tra i numerosi riconoscimenti e premi ricevuti, ricordiamo per il S200 e S201 il “Premio Andrea Palladio per il disegno industriale” e per il TR13 il “Premio compasso d’oro”.
Alla cupola della nostra basilica ha reso omaggio nel 1964 anche Ambrogio Pozzi, gallaratese e designer di fama internazionale, con le linee di contenitori S200 e S201 e con il servizio per la tavola T13. Le finestre di casa Pozzi davano infatti sulla cupola, «presenza ossessiva e ineliminabile», come racconta Pozzi stesso. Tra i numerosi riconoscimenti e premi ricevuti, ricordiamo per il S200 e S201 il “Premio Andrea Palladio per il disegno industriale” e per il TR13 il “Premio compasso d’oro”.
Anche questi pezzi in ceramica sono esposti nella mostra, a cura di Paolo A. Martinelli e Lucia Rossi Giollo, che è allestita nello Spazio Restauri della basilica in via Postcastello 9. L’esposizione sarà visitabile da sabato 11 novembre, il martedì e il giovedì dalle 8,30 alle 12,30 e il sabato dalle 15 alle 18,30, e la terza domenica del mese sempre dalle 15 alle 18,30.
 E anche i famosi Amaretti di Gallarate omaggiano la rinascita della omaggiare la maestosa cupola: la storica Pasticceria Bianchi di Corso Italia ha infatti ideato un delizioso dolce al cucchiaio dalla forma semisferica, ispirato alla grande mole architettonica che da un secolo e mezzo segna il profilo di Gallarate.
E anche i famosi Amaretti di Gallarate omaggiano la rinascita della omaggiare la maestosa cupola: la storica Pasticceria Bianchi di Corso Italia ha infatti ideato un delizioso dolce al cucchiaio dalla forma semisferica, ispirato alla grande mole architettonica che da un secolo e mezzo segna il profilo di Gallarate.
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