Studenti e telai, il tessile di nicchia funziona ancora
Per il Pmi Day di Univa la 3A della scuola media Alessandro Manzoni ha visitato la tessitura Besani srl di Besnate
Nel 2019 compirà 50 anni ma nel frattempo il mondo che ha intorno è cambiato totalmente. «Un tempo uscito da qui – racconta Alberto Riva – contavi le tessiture, le tintorie, le confezioni ed erano tante. E potevi andare avanti a contarle fino a Gallarate». Quella città infinita costellata di fabbriche di tutte le dimensioni, di cui parla il fondatore della tessitura Besani srl di Besnate, oggi non esiste più. La filiera del tessile si è sfilacciata e questa azienda di trenta addetti è una sorta di avamposto che resiste alla globalizzazione e alla concorrenza spietata di Cina, Turchia, India e Bangladesh. La formula è semplice e Alberto Riva la riassume così: con la qualità puoi ancora stare sul mercato come nicchia. Se invece competi sui costi soccombi. La Besani ha scelto la prima via e si è specializzata nella produzione di tessuti a maglia tinti e mercerizzati in filo 100% cotone makò filodiscozia. Un marchio di qualità che contribuisce a rendere celebre nel mondo il Made in Italy.
A visitare questa azienda, nell’ambito del Pmi Day organizzato da Univa, c’è la 3A della scuola media Alessandro Manzoni di Besnate. «Siete in 31, più dei nostri collaboratori» esordisce sorridendo Riva. La visita è iniziata dal piano superiore dove vengono creati i campionari da proporre ai clienti. «Stiamo lavorando già per il 2019 – spiega l’imprenditore – sulle indicazioni che arrivano dagli stilisti e dalle fiere di settore».
Besani srl produce per i nomi famosi della moda, da Dior a Dolce e Gabbana, da Hugo Boss a Ermenegildo Zegna, solo per citarne alcuni. «Senza il traino di un grande marchio – continua Riva – sarebbe impossibile competere con cinesi, bengalesi e turchi sui prodotti poveri. Quindi la scelta dell’alta gamma è quasi obbligatoria se vuoi continuare a produrre con questi costi».
Al piano inferiore dove ci sono i telai jacquard vengono prodotte le “pezze” per essere poi spedite in varie parti del mondo dove diventeranno confezioni griffate. Piccoli ventilatori posti come girandole sui telai soffiano aria sui filati per eliminare qualsiasi impurità dal tessuto e renderlo in questo modo perfetto. Gli studenti hanno visto i telai in azione e potuto toccare con mano il prodotto finale.
«Oggi utilizziamo macchine elettroniche – sottolinea Mario Riva, seconda generazione in azienda – ma i migliori telai sono ancora quelli giapponesi di trent’anni fa, fatti a mano, garantiscono la qualità del prodotto».
Alberto Riva conosce i suoi collaboratori uno per uno, li chiama per nome, proprio come farebbe con i suoi figli. «Da qui non se ne è mai andato nessuno – conclude l’imprenditore – sono tutti di prima assunzione. Solo una volta un nostro collaboratore si è trasferito in Liguria, ma perché si era sposato».
E al cuor non si comanda.
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