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In città mancano 25.000 alberi, uno per ogni nato dal 1992 ad oggi
Una legge del 1992 prevede che per ogni bambino nato il comune debba piantare un albero ma a Busto Arsizio questa norma non è mai stata applicata
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Un albero per ogni bambino registrato all’anagrafe di ogni città. Lo prevede una legge del 1992 ma che a Busto Arsizio non è mai stata applicata. «Ad oggi non è stata applicata questa legge» ha detto non senza qualche imbarazzo l’assessore Alessandro Chiesa in consiglio comunale, rispondendo ad un’interrogazione della consigliera Cinzia Berutti.
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La legge prevede che per ogni bimbo nato (o adottato) e registrato all’anagrafe comunale venga piantato un albero e che venga comunicata l’ubicazione della pianta al piccolo. E in questi 26 anni sono tanti gli alberi che si sarebbero dovuti piantare: 25.101 sono i bambini nati e circa 150/200 quelli adottati. Questo significa che in città mancano almeno 25.000 alberi.
Una vera e propria foresta quella che ci dovrebbe essere a Busto Arsizio, una città nota per il suo inquinamento ambientale. Basti pensare che Agesp oggi ha il compito di gestire i 20.000 alberi dei luoghi pubblici della città, dai parchi ai viali, luoghi in cui in effetti già oggi mancano all’appello centinaia di piante. E così, mentre sono settimane che monta la protesta per impedire l’abbattimento di 14 tigli per realizzare la rotonda della nuova Coop, ora Agesp dovrà pensare come applicare questa legge. «Faremo ammenda -dice Chiesa- e ci impegniamo ad attivarci».
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