Gli amici sconosciuti piangono Gheorghe
Sono stati loro a dare l'allarme: nella "comunità" di via Pacinotti si prendono in qualche modo cura gli uni degli altri. Lo conosceva bene anche l'avvocato Romano: "Distrutto, aveva mangiato da me a Natale"
«Sono distrutto, di ghiaccio. Gheorghe era stato mio ospite al giorno di Natale, mi viene da piangere». L’avvocato Pietro Romano (a sinistra nella foto con Gheorghe) è arrivato subito all’ex officina FS di Gallarate, dove è stato ritrovato il corpo del senzatetto di origine rumena.
Lo chiamano per nome. «Il nome di famiglia non lo so» dice Daniel, che vive su un camper parcheggiato sotto il ponte della Mornera, a due passi dall’ingresso di fortuna agli stabili ex ferroviari. Il camper è stato messo a disposizione dall’avvocato Romano, ci vivono in due, Daniel e Silvio, diventati a loro modo “famosi” prima nel 2016 (per una querelle intorno al cane di Daniel, sequestrato dalla Polizia Locale) e poi per quella strana convivenza sul camper, esperimento curioso di solidarietà messo in piedi da Romano.
Di Gheorghe non sapevano neppure il cognome, ma a sentire i loro racconti c’era comunque un rapporto stretto, particolare, di cura reciproca, in quel mondo rude che è la vita dei senzatetto. Sconosciuti per certi versi, ma amici: alla fine sono i più attenti gli uni agli altri: «Non lo vedevano da un paio di giorni, si sono preoccupati: sono stati loro a dare l’allarme, a chiamare l’ambulanza» dice ancora l’avvocato Romano, che a Natale aveva ospitato Gheorghe, insieme a Silvio e Daniel, a casa sua (nella foto).
«Gheorghe aveva preso il posto di Silvio davanti a Banca Intesa, era conosciuto per la sua gentilezza». E molti ce l’avranno in mente, seduto su uno sgabello sotto i portici, tra i bar del centro e le porte della banca, a pochi passi dal Broletto sede del Comune.
«Era in Italia da quattro anni, prima viveva a Busto, poi è venuto a Gallarate. Era vedovo» continua l’avvocato Romano. «Io insistito a lungo perché venisse sul camper insieme a Silvio e Daniel, ma non ha voluto».
L’uomo era ben conosciuto anche al Ristoro del Buon Samaritano, la mensa gestita dalla Caritas che si trova a un centinaio di metri proprio dal portico di Largo Camussi.
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lo Vedevo tutti i giorni fuori dal Bamcomat della banca in cui faccio le pulizie,erano quasi 2 anni che lo ritrovavo era una specie di abitudine ormai mi saiutava e poi cominciava a raccontarmi la sua giornata, a volte era malinconico e parlava della moglie che non c’era più e del figlio che era lontano dei suoi amici Silvio che con lui era bravo dell’avvocato del dottore con me è sempre stato gentile e spiritoso lunedì mi ha salutato dicendo ci vediamo domani Bionda ma non lo ho più visto ne martedì ne ieri ho chiesto a qualcuno li se lo avevano visto poi mi hanno detto che sul giornale si parlava di un clochard che era morto e con grande dispoacere ho visto che era proprio lui mi dispiace davvero tanto. Ciao Amico