Piazza Vittorio Emanuele, il 2018 sarà l’anno buono?
Sale l'attesa per l'avvio dei lavori (più volte annunciati e mai iniziati) sulla piazza pubblica che da quasi 7 anni è un cantiere a cielo aperto
Il 2018 sarà l’anno del ritorno alla città di piazza Vittorio Emanuele? La domanda è d’obbligo se si pensa che la prima pietra del grande intervento di ristrutturazione del comparto di via Solferino è stata posata nell’aprile del 2011, poco prima delle elezioni amministrative in cui venne rieletto Gigi Farioli. In realtà la piazza era già stata chiusa in precedenza per la rimozione e lo spostamento del monumento ai Caduti che ora campeggia in piazza Trento e Trieste.
Il maxi-cantiere, da allora, ne ha passate tante, compreso un rocambolesco cambio di proprietà con il passaggio di mano da Nervino Dal Ben al costruttore campano Michele Panico che a settembre del 2014 ha fatto ripartire i lavori che proseguono ancora oggi.
Mentre le corti interne cominciano a diventare parte integrante del centro con la pista di pattinaggio sul ghiaccio, l’apertura di alcuni negozi e l’annuncio di un nuovo ristorante, si attende l’inizio dei lavori per la piazza pubblica che si affaccia su Palazzo Cicogna, perno culturale cittadino con la biblioteca e le sue civiche raccolte d’Arte.
L’ultimo progetto approvato dall’amministrazione comunale prevede la pedonalizzazione completa con la chiusura del tratto di strada che scorre davanti a Palazzo Cicogna mentre rimarrà percorribile il tratto che va verso il liceo Crespi. Qualche parcheggio rimarrà ma si tratterà di pochi stalli.
Il cartello con le specifiche dell’intervento indica come data di conclusione dei lavori il 30 giugno 2018. In realtà c’erano già stati diversi annunci precedenti (prima l’estate del 2016 e poi quella del 2017) ma la necessità di ridiscutere la convenzione col Comune di Busto Arsizio e una certa lentezza nell’avanzamento dei lavori della parte residenziale, hanno fatto slittare ulteriormente l’intervento sulla piazza.
Ancora da definire, invece, tempi e modi d’intervento sulle ex-carceri austriache e sul conventino di via Matteotti, i due gioielli decadenti del centro storico per i quali la Soceba ha promesso interventi per complessivi 2 milioni
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