Salvatore sull’Ema: “L’Europa dimostri che la salute è un bene superiore”
Si riaprono i giochi per l'assegnazione dell'agenzia europea del farmaco. «Se Amsterdam non riesce ad ospitare tutto il personale e le riunioni dei comitati scientifici, si avranno ripercussioni sui tempi di valutazione dei farmaci»
Le parole di Guido Rasi, direttore esecutivo dell’Agenzia europea per i medicinali (Ema), sull’inadeguatezza della soluzione proposta da Amsterdam, riaprono uno spiraglio per l’assegnazione dell’agenzia a Milano. Le ragioni le spiega Vincenzo Salvatore, docente dell’università dell’Insubria per molti anni a capo del servizio giuridico dell’Ema a Londra. «Le parole di Rasi – dice Salvatore – sono quelle del legale rappresentante dell’agenzia, quindi di una persona autorevole. Se Amsterdam attualmente non riesce ad ospitare tutto il personale e le riunioni dei comitati scientifici, si avranno ripercussioni sui tempi di valutazione dei farmaci. Quindi se io devo approvare un farmaco per l’estate di quest’anno è molto probabile che slitterà alla primavera dell’anno dopo. Con le conseguenze che possiamo immaginare sui cittadini che ne hanno bisogno».
Quali saranno i prossimi passi?
«C’è un ricorso dell’Italia di fronte alla Corte di giustizia europea perché la decisione è stata assunta per una valutazione errata dei presupposti. È un’opportunità di ripensamento su quale sia la soluzione più idonea per rendere operativa l’agenzia. Amsterdam in questo momento è inadeguata, quindi bisogna scegliere».
Quante speranze ha concretamente Milano di vincere la partita?
«Le possibilità sono poche. Almeno uno degli stati che ha votato per Amsterdam dovrebbe ammettere che il proprio voto è stato viziato da un’erronea rappresentazione e quindi dare il proprio voto a Milano che oggi sarebbe già pronta per partire con una sede operativa adeguata».
È anche una questione politica?
«La candidatura di Milano per l’Ema ha rivelato un grande gioco di squadra dell’Italia. Inoltre, i due principali candidati per la presidenza della Regione Lombardia, Gori e Fontana, hanno entrambi sottolineato che sarebbe una presenza importante. Insomma, c’è una continuità politica con quanto fatto da Maroni e Gentiloni».
È una prova di maturità per l’Europa?
«Le condizioni per un ripensamento ci sono. L’Europa ha l’occasione di dimostrare ai cittadini che la salute è un bene superiore alla stessa politica e che certe decisioni non possono essere prese lanciando una monetina».
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