Centri di accoglienza Kb sotto indagine, una ventina gli indagati
L'inchiesta sarebbe nata dall'esposto presentato dai parlamentari che ad ottobre del 2016 visitarono alcuni centri gestiti dalla società che fa capo a Balansino e Garavello. Perquisizioni anche in Prefettura
La Procura della Repubblica di Busto Arsizio ha aperto un fascicolo sulla gestione dei centri di accoglienza straordinaria dei richiedenti asilo gestiti dalla Kb srl e in questi giorni ha effettuato una serie di accessi alle strutture di Busto Arsizio, Gorla Minore, Fagnano Olona, Gallarate, Somma Lombardo e Samarate dove sono ospitati oltre 600 richiedenti asilo.
L’inchiesta, che va avanti da diversi mesi, scaturisce dall’esposto presentato dai parlamentari della commissione sui centri d’accoglienza che oltre un anno fa hanno visitato le strutture di Busto Arsizio e Gorla Minore, gestite dalla società che fa capo a Katiusha Balansino e Roberto Garavello e dalle quali emersero numerose criticità (qui il resoconto di quelle visite).
Il sostituto procuratore Chiara Monzio Compagnoni si starebbe concentrando sulla corrispondenza tra i servizi forniti e i capitolari d’appalto per la gestione dei migranti. Gli indagati sarebbero una ventina e non sarebbe coinvolta la sola Kb i cui centri sono stati ispezionati proprio ieri (mercoledì) da uomini della Digos e della Ats Insubria.
Emerge che a dicembre del 2017 sarebbero state eseguite ispezioni e acquisizioni di materiali anche in Prefettura a cui spetta il compito di affidare gli appalti e vigilare sulla loro applicazione.
Il legale della Kb, Daniele Pizzi, afferma:«Da parte della KB c’è la massima serenità e disponibilità a collaborare nelle indagini della magistratura. Al tempo stesso è però doveroso sottolineare come in tutti questi anni i centri gestiti dalla KB siano stati oggetto di periodici controlli da parte di ATS e Prefettura, senza che sia mai stata mossa una sola contestazione. Recentemente, in occasione di un paio di verifiche all’interno di due diversi centri, un dirigente della Prefettura di Varese si è addirittura fermato a mangiare con gli ospiti, testando così di persona il servizio di ristorazione: anche in quei casi le verifiche si sono concluse senza alcuna rimostranza da parte della Prefettura».
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