Per la Moriggia ancora nessuna certezza sulla riapertura
Ancora in attesa della relazione sui lavori necessari. Resta il dilemma: conviene investire per riaprire per pochi mesi prima dell'estate? Intanto si attende il bando per il rinnovo della struttura, indicato comunque come prospettiva a lungo termine
A tre settimane dal cedimento di un pannello della controsoffittatura e dalla chiusura per precauzione, la piscina Amsc di Moriggia rimane chiusa. E senza ancora una prospettiva certa di riapertura: non è stato ancora presentato il bando di rinnovo dell’impianto, anche perché ancora non si è deciso se e come procedere nel frattempo. In sintesi: se valga la pena fare un intervento-tampone (che consenta di riaprire per la primavera) o se invece sospendere del tutto l’attività, in attesa di far partire il bando di più ampio rinnovo. Un quadro incerto, ovviamente, anche per i tanti utenti della piscina, rimasti in alcuni casi con abbonamento pagato e struttura non agibile.
«Sono ancora in essere le verifiche da parte dei professionisti» ha spiegato in consiglio comunale l’assessore alle società partecipate Moreno Carù, che sta seguendo la questione insieme al sindaco Andrea Cassani, al presidente di Amsc Roberto Campari e a due consiglieri di amministrazione della società comunale. L’ipotesi è che la parola definitiva venga «questa settimana», ha spiegato ancora Carù, riprendendo la relazione consegnata dal presidente Campari.
Il vicesindaco in consiglio ha toccato il tema sollecitato dalle preoccupazioni dell’opposizione (Pd e Longobardi di Gallarate 9.9) e poi anche da una interrogazione a risposta immediata arrivata dalle stesse fila della maggioranza, da Libertà per Gallarate, per bocca di Luigi Fichera che ha chiesto non solo i tempi ma anche un quadro della manutenzione fatta negli scorsi anni (146mila euro nell’ultimo triennio, ha risposto Carù) e di quella prevista. Sul tema degli interventi di mantenimento ovviamente si è aperto il rimpallo di responsabilità politiche, tra amministrazioni pre-2011, giunta Guenzani, attuale giunta Cassani.
Comunque: ora che si fa? Di fatto si è ancora in attesa. Certo, una decisione va presa alla svelta, visto che l’estate non è lontanissima e ogni giorno che passa rischia di rendere poco conveniente la riapertura provvisoria. La riapertura era già una ipotesi da valutare (ne parlavamo qua) senza preconcetti: essendo la piscina strutturalmente in perdita negli ultimi anni, di per sé la riapertura non conviene da un punto di vista strettamente economico. In Amsc l’analisi è andata in questa direzione di freddo realismo (la riapertura primaverile delle vasche costerebbe 200mila euro, più 25mila euro di interventi-tampone), ma sindaco e maggioranza avrebbero frenato sulla chiusura anticipata prima dell’estate, perché comunque sarebbe un danno simbolico e un disservizio. La parola finale dovrebbe comunque arrivare – ha appunto spiegato l’assessore Carù – entro questa settimana.
Di qui in avanti, poi, c’è la questione del rinnovo più profondo, su cui non si vedono segnali: il bando di ristrutturazione in project financing era stato inserito come ipotesi strategica già nel 2017 e, dopo la chiusura dell’impianto, Cassani aveva indicato come possibile data di pubblicazione i primi di marzo.
In tutto questo, rimane anche lo spaesamento – per così dire – degli utenti, alla ricerca di informazioni per lo più per via telefonica, sulla possibile riapertura, in mancanza di certezze e visto che le comunicazioni al momento della chiusura non si erano rivelate del tutto puntuali: diverse persone hanno segnalato di non esser state raggiunte, nonostante la presenza – verificata anche in seguito – di recapiti aggiornati. Perché di mezzo ci sono appunto gli utenti e la concorrenza sul territorio – da Cassano a Jerago a Busto – è comunque presente: «Il prolungato silenzio aumenterà la disaffezione degli utenti» ha messo in guardia Rocco Longobardi.
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