Schiave del sesso col rito woodoo, in manette una maman
Arrestata dai carabinieri una nigeriana 44enne che sfruttava giovani connazionali attirate in Italia con la promessa di un lavoro da commessa. Denunciati anche il marito e la figlia

I carabinieri di Legnano, in collaborazione con la Direzione Distrettuale Antimafia di Milano, hanno messo fine ad un’organizzazione “familiare” che schiavizzava giovani ragazze e le costringeva a prostituirsi in strada.
Il giudice per le indagini preliminari ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti della 44enne a capo della sistema mentre il marito (48 anni) e la figlia (25 anni) sono stati denunciati a piede libero. Tutti e tre sono nigeriani come le vittime.
I reati contestati sono lo sfruttamento della prostituzione e la riduzione in schiavitù nei confronti di due giovanissime che erano state convinte dall’organizzazione a partire per l’Italia dalla città di Benin City. Dopo un lungo viaggio fino in Libia e poi via mare fino in Italia venivano prelevate in un centro di accoglienza a Foggia dal marito della maman per essere portate a Legnano, in casa dei loro aguzzini.
Qui, invece del lavoro di commessa, le aspettava una vita di inferno fatta di prostituzione e di riti woodoo attraverso i quali queste ragazze venivano costrette a fare quello che veniva ordinato dalla maman per non incorrere nelle terribili punizioni dello juju. Questo tipo di credenze sono ancora molto diffuse in Nigeria e, non a caso, l’indagine è stata denominata “Clichè” perchè questo tipo di storie si ripetono da moltissimo tempo.
A dare il via alle indagini dei carabinieri è stata una delle ragazze finite nella rete legnanese che, dopo tre mesi di schiavitù, è scappata a Foggia dove ha denunciato quello che stava accadendo alle compagne di sventura e ha dato il via all’inchiesta.
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