Reperti di duemila anni fa e video multimediali, ecco il nuovo Museo di Golasecca
Presentato “in anteprima” all’assessore regionale Galli lo spazio espositivo, fortemente legato anche al territorio che ha dato il nome alla Civiltà di Golasecca
Un museo che racconta una civiltà di quasi tremila anni fa, facendola “vivere” anche con strumenti multimediali. È il nuovo Museo Archeologico Multimediale di Golasecca, dedicato alla civiltà eponima: nato da un percorso aperto da tempo, sarà inaugurato nel 2019.
Il museo è stato visitato nella mattina di venerdì 21 settembre dall’assessore regionale alla cultura Stefano Bruno Galli. Un museo che in realtà s’inserisce in un progetto molto ampio, finanziato da Fondazione Cariplo: «Il Comune di Golasecca, promotore, ha coinvolto subito Sopraintendenza e l’allora esistente Simarc per valorizzare i reperti esposti» spiega Barbara Grassi, funzionario archeologo della Soprintendenza, oggi a Como ma impegnata negli scorsi anni a seguire il progetto a Varese. Grassi sottolinea l’aspetto della collaborazione tra tre livelli istituzionali: lo Stato attraverso la Sopraintendenza, la Regione e il Comune (senza dimenticare Fondazione Cariplo).
Il nuovo museo propone non solo i reperti (con adeguati pannelli illustrativi), ma anche ricostruzioni di sepolture golasecchiane, video multimediali pensati anche a livello locale, con il coinvolgimento delle scuole del paese, associando rigorosa ricerca scientifica e narrazione aperta a tutti. «Abbiamo valorizzato insieme l’area del Monsorino, poi si è fatto il restauro e lo studio dei reperti scavati dalla Binaghi, pubblicando il relativo volume dedicato» spiega Grassi, affiancata da Daniela Locatelli, nuovo funzionario archeologo per la provincia di Varese. «Sono stati realizzati documentari, tra cui uno fatto dai ragazzi del Comune che rappresenta anche una riappropriazione delle proprie origini. Infine è stato rifatto l’allestimento del vecchio antiquario: ora sono esposti qui non solo beni di proprietà del Comune, ma anche dei corredi ritrovati sempre al Monsorino»
Tra gli strumenti del nuovo museo (nel cui edificio sarà ospitata anche la Biblioteca Civica) non ci sono solo i video multimediali ma anche un libro per consentire la visita alle persone non vedenti: non solo testo ma anche rappresentazioni in rilievo di reperti archeologici, «ina particolarità che possono vantare pochissimi musei in Lombardia.
«Sono ammirato per il lavoro svolto dagli archeologi e per l’opera svolta dall’amministrazione nella realizzazione di questo polo museale» ha commentato l’assessore regionale Stefano Bruno Galli. «Da buon Lombardo conosco la Civiltà Golasecca, ho visto il sito ma non avevo mai visto il museo» ha continuato Galli, esprimendo «compiacimento per il lavoro serio e rigoroso» e una attenzione anche in futuro da parte della Regione. «Il mio primo bilancio vero sarà nel 2019: non so ancora l’ammontare delle risorse ma è del tutto evidente che come assessore alla cultura c’è particolare sensibilità verso questa realtà».
Ad accompagnare l’assessore c’erano il sindaco Claudio Ventimiglia, il vice Bruno Specchiarelli, la consigliera delegata alla cultura Anna Franchini. L’allestimento del museo è pressoché completato, manca solo l’agibilità: «Arriveremo all’inaugurazione nel 2019, in inverno o a primavera» spiega il sindaco.
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