Tarantino attende. E pensa alla squadra che andrà avanti
Il sindaco dice che «prenderà atto dell'operato della Giunta per le Elezioni», l'organismo parlamentare che deve contestare il doppio incarico. E se facesse un passo indietro, chi guiderebbe il Comune?
La giornata di lunedì è stata quasi convulsa, a Samarate, ma adesso c’è un po’ più di tempo per ragionare sul destino dell’amministrazione di Leonardo Tarantino.
Il punto di partenza è l’accelerata data dalla Giunta per le elezioni, che comporterebbe tempi più rapidi per la contestazione dell’incompatibilità e quindi per il “passo indietro” che il sindaco-parlamentare Tarantino dovrebbe fare. Lo scorso 1 agosto la Giunta per le Elezioni di Montecitorio ha iniziato l’operazione: nel verbale della Giunta, presieduta da Roberto Giachetti, a inizio agosto si ipotizzava che «nel mese di settembre potrebbe proseguire il lavoro del Comitato permanente per le incompatibilità, ineleggibilità e le decadenze». Tra settembre e ottobre sono previste una serie di verifiche sugli eletti – per la prima volta con il Rosatellum – e, appunto, sui casi di incompatibilità.
Per ora Tarantino dice che «prenderà atto dell’operato della giunta» e che attende di capire quali saranno i tempi. Quando si arriverà alla contestazione della incompatibilità lo scenario, almeno formalmente, prevederebbe in linea teorica due ipotesi. La prima è quella delle dimissioni del sindaco: un’ipotesi scartata perché il passo indietro comporterebbe il commissariamento del Comune, vale a dire un affidamento a un commissario prefettizio e un “ingessamento” delle attività.
La seconda è invece l’ipotesi della decadenza del sindaco: quella nei fatti già prospettata da Tarantino lunedì a dirigenti comunali e assessori e che lo stesso Tarantino conferma ancora oggi come «atto di responsabilità». In questo caso infatti il consiglio comunale prenderà atto della incompatibilità del sindaco, ma sia il consiglio che la giunta (nominata dal sindaco) rimarrebbero in carica e legittimati a operare.
Ma quale giunta? La squadra che andrebbe avanti sarebbe «la fotografia di quella attuale, che sta funzionando», assicura il sindaco leghista. Detto più esplicitamente: ogni assessore continuerà a occuparsi dei temi di cui già oggi ha deleghe. Anche se a uno dei cinque attuali (Cariglino, Moi, Puricelli, Monti e Alampi) dovrebbero andare anche le deleghe “pesanti” del bilancio e dell’urbanistica, che oggi sono invece nelle mani del sindaco.
C’è poi però l’altro aspetto, che è decisamente importante: il ruolo vicesindaco, che – in caso di decadenza di Tarantino – diventerebbe il rappresentante dell’ente, avrebbe il ruolo di primo cittadino, come poteri e anche come ruolo simbolico (sarebbe quello che indossa la fascia tricolore, per dirla con un’immagine).
Se Tarantino “fotografa” la giunta attuale, quel ruolo sarebbe di Alessandra Cariglino, già oggi vice, unico rappresentante di Forza Italia nella squadra di governo del paese. E se si guarda a questo aspetto, potrebbe essere non solo una garanzia per l’operatività della giunta ma anche una scelta con un valore politico: sarebbe la garanzia degli equilibri attuali tra le diverse componenti, equilibri che si sono rivelati nei mesi scorsi se non fragili quantomeno delicati (Forza Italia ha perso un assessore e ha visto un rappresentante passare al Gruppo Misto, la lista civica Progetto comune non è più in consiglio).
Insomma: sarebbe un modo per “traghettare” l’amministrazione verso nuove elezioni senza grossi scossoni. Quelle in cui comunque Tarantino avrebbe dovuto lasciare il ruolo di sindaco ad altri (e nella giunta ci sarebbero almeno un paio di possibili candidati). Il centrodestra samaratese avrà tempo per ragionarci, in attesa della decisione della Giunta delle elezioni a Roma: vedremo se ci vorranno poche settimane o qualche mese per sbloccare la cosa.
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