La Fim Cisl bacchetta Di Maio: “Basta prenderti meriti che non hai”
Alessandra Damiani segretaria nazionale della Fim Cisl: «Il ministro è corso al ministero per appendersi la medaglia e fare le foto di rito prendendosi meriti di battaglie che non combatte, se non da spettatore, tra l’altro al fotofinish. L’accordo sottoscritto è in continuità con quello siglato con il governo Renzi, con l’allora ministro Guidi»

All’indomani dell’intesa tra le parti sociali e i vertici della Whirlpool, la segretaria nazionale della Fim Cisl, Alessandra Damiani, si è tolta più di un sassolino dalla scarpa nei confronti del ministro dei 5Stelle Luigi Di Maio. «L’accordo raggiunto su Whirlpool – ha commentato Alessandra Damiani – è in continuità con il precedente. Caro di Maio: basta prendersi meriti che non hai».
Secondo i metalmeccanici della Cisl, in occasione dell’accordo con Whirlpool, si è ripetuto un copione già visto per Ilva e Bekaert. «Il ministro Di Maio – prosegue la segretaria della Fim Cisl – è corso al ministero per appendersi la medaglia e fare le foto di rito prendendosi meriti di battaglie che non combatte, se non da spettatore, tra l’altro al fotofinish. L’accordo sottoscritto è in continuità con quello siglato con il governo Renzi, con l’allora ministro Guidi».
Un merito al Governo, sull’accordo Whirlpool, Alessandra Damiani lo riconosce e riguarda solo la riconferma degli ammortizzatori sociali che permetteranno di attraversare il periodo di investimenti in sicurezza. «Le soluzioni per tenere il lavoro di questo grande gruppo in Italia – sottolinea la sindacalista della Fim – sono state frutto di dure battaglie dei lavoratori e del sindacato: scioperi e manifestazioni che nel periodo di crisi grazie al lavoro congiunto con il governo hanno costretto l’azienda a restare in Italia e avviare gli investimenti in tecnologia e formazione che già nel 2015 avevano permesso il reshoring delle produzioni dall’estero. L’allora ministro Federica Guidi, nel 2015 ha seguito ogni secondo del negoziato, notti incluse lavorando fianco a fianco con il sindacato. Il ministro Di Maio lo vediamo comparire solo al fotofinish e nelle conferenze stampa. Oggi contrariamente ai toni trionfalistici del comunicato del ministro con lo spread sopra quota 300 le imprese sono in forte difficoltà e lo saranno sempre più. Già i primi dati mostrano un rallentamento delle imprese del triangolo del nord-est. L’unico provvedimento di politica industriale pubblica che ha funzionato negli ultimi 20 anni: il Piano per Industria 4.0 che stava dando importanti risultati in termini di ripresa e occupazione, con un orizzonte del lavoro che guardava al futuro e non alle prossime elezioni è stato dimezzato. Insieme alla completa cancellazione del credito d’imposta sulla formazione. Sono tutti sintomi evidenti dello scarso interesse di questo Governo per il lavoro e per le imprese. D’altra parte un governo che punta a sussidi e condoni, il lavoro è un di cui in mezzo alla prossima campagna elettorale. Il ministro Di Maio ricordi che noi ci siamo da prima della sua nomina a ministro e c’eravamo prima, non siamo più disposti a tollerale questo pressappochismo e strumentalizzazione dei lavoratori e del sindacato».
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Ne ho visti tanti come Il neo-ministro in 20 anni in una azienda. L’uomo vetrina per eccellenza, tuttologo e prezzemolino su ogni progetto ed iniziativa. Bel sorriso e parole per tutti. Poi ti accorgi che prende i meriti e le pacche sulle spalle (nonché i premi produzione) grazie a persone nell’ombra che hanno lavorato a testa bassa. Dopo due anni ti è chiaro che il suo apporto produttivo è insignificante.