La sfida per l’innovazione è tra Boston e San Francisco
L'innovazione viaggia tra la East e la West Coast. Da una parte la robotica, dall'altra le nuove frontiere della connettività tra i diversi sistemi
La sfida per il primato nell’innovazione si gioca tutta tra Boston e San Francisco. Da una parte la robotica, dall’altra le nuove frontiere della connettività tra i diversi sistemi. Imprenditori, manager, giornalisti ed esponenti del Sistema Confindustriale lombardo hanno visitato alcune aziende del distretto di Boston, tra cui la MassRobotics, l’azienda di Channel Street la cui missione é creare la prossima generazione di robot mettendo a disposizione di imprenditori e startup innovative lo spazio di lavoro e le risorse di cui hanno bisogno per sviluppare, prototipare, testare e commercializzare i loro prodotti e soluzioni.
La MassRobotics sta sperimentando la guida automatica delle automobili. “Qui a Boston è probabile ciò che in Italia è possibile”, è stato il commento di alcuni partecipanti alla TechMission di fronte ad un’azienda, MassRobotics, impegnata a rivoluzionare non solo il mondo dell’automotive, ma anche dell’agricoltura, della difesa, della cura della persona, della logistica, della sicurezza domestica.
La robotica si applica a tutti i macrosettori e si stima che da qui al 2025 il mercato crescerà fino a 67 miliardi di dollari con un impatto complessivo sull’economia di un trilione di dollari. E l’Italia da questo scenario non è esclusa. Non è un caso infatti che tra le slide girate durante l’incontro alla MassRobotics sia apparso anche il robot in via di sviluppo alla Piaggio.
La delegazione di #techmission ha potuto vedere la logistica avanzata per l’eCommerce realizzata dalla Locus Robotics di Wilmington, il cui motto è: “Transform your productivity without transforming your warehouse” è (“Trasforma la tua produttività senza trasformare il tuo magazzino”). Il direttore design è una ragazza italiana originaria di Verona, Ilaria Raniero: “Produciamo sistemi di robotica per magazzini eCommerce, come il fashion. Riusciamo con i nostri sistemi ad aumentare la produttività dei magazzini del 200% e ridurre il ciclo dell’ordine del 50% e di ridurre i tempi di addestramento del personale dell’80%. Con il prossimo anno vogliamo espanderci in Europa a partire dalla Gran Bretagna”.
A Boston c’è anche un pezzo di old manufacturing in profonda trasformazione, come il mitico marchio di scarpe Reebok, dove si studiano nuovi materiali e tecniche di produzione addittiva. O come alla multinazionale tessile Flex Manufacturing che dà lavoro a 200mila persone nel mondo, il cui senior director è un altro italiano, Emanuele Bianchini. “Un consiglio ad un giovane italiano che vuole venire a trovare la propria fortuna negli States? Beh, qui la prima caratteristica che ti chiedono, dopo le competenze tecniche, è l’abilità di darsi da fare. Se si lavora sodo trovare la propria strada qui è possibile”.
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