Accam, tutti contro tutti. Il sindaco vota contro la sua maggioranza
Lega e Forza Italia hanno votato un emendamento che apre alla possibilità di chiudere prima del 2027 l'inceneritore ma ad Antonelli non va giù. Il Pd chiede azzeramento del cda e l'ingresso di soci privati
La grande partita del futuro dell’inceneritore Accam è eternamente ferma sullo 0-0 e anche ieri sera la commissione che ha affrontato il tema è riuscita a frantumarsi senza che Busto prendesse una posizione chiara sul futuro della società e dell termovalorizzatore. Anche la maggioranza, che aveva trovato compattezza al suo interno, si è trovata con il sindaco che ha votato contro la mediazione.
Il risultato finale dei lavori che dovevano portare all’approvazione dell’atto di indirizzo del sindaco relativo al piano industriale che sposta la chiusura dell’inceneritore al 2027, è una delibera con un emendamento a firma Forza Italia e Lega che dice che si potrà spegnere anche prima (non prima del 2025) nel caso in cui i bilanci dovessero permetterlo. Il sindaco si è opposto a questo testo ma i due partiti che reggono la giunta lo porteranno comunque in consiglio e lo voteranno.
Per Carmine Gorrasi di Forza Italia «il testo è solo da migliorare ma siamo sicuri che troveremo una quadra per il consiglio di martedì anche col sindaco – spiega – questo emendamento è l’unica mediazione possibile in questo momento». Gorrasi delinea anche lo scenario che si sta materializzando: «Grazie alla legge Madia possiamo liberare la società dai comuni soci che non conferiscono e possiamo far entrare comuni come Cairate e Cassano Magnago che hanno espresso la loro volontà di entrare nella compagine. Ci sono anche aziende municipalizzate come Amga, pronte a subentrare per le quote del Comune di Legnano».
L’obiettivo primario del nuovo piano industriale, infatti, è quello di far conferire tutti i soci nell’inceneritore altrimenti nessun piano potrà mai funzionare e riportare la società in attivo. Secondo Gorrasi, ora che i tre comuni principali della compagine sono dello stesso colore, sarà più facile tirare le fila di un disegno complessivo che punti a cambiare l’assetto societario.
La linea del Pd, invece, non è passata. I Dem vevano presentato una proposta che puntava a rimandare indietro l’attuale piano industriale, chiedeva l’azzeramento dei vertici di Accam e la nomina di un amministratore unico che aprisse alla possibilità di ingresso di soci privati. Il testo è stato bocciato dalla maggioranza e dal sindaco ma verrà riproposto in consiglio comunale.
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