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Ad un anno dall’incendio i soldi per il Campo dei Fiori ancora non ci sono
Per sanare le ferite dell'incendio servono 3 milioni ma la Regione ha stanziato solo 750.000 euro per le emergenze del dissesto idrogeologico. Degli altri fondi non c'è traccia
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«Abbiamo fatto dei lavori a valle, ma la situazione critica è in cima alla montagna e i fondi per sistemare tutto non sono». È questo l’appello che arriva dal Presidente del Parco del Campo dei Fiori, Giuseppe Barra, durante un’audizione in commissione agricoltura al Pirellone per riaccendere i riflettori sulla situazione ad un anno dall’incendio. «Non ci sono stanziamenti in essere e abbiamo una situazione critica alla quale, con risorse nostre, non possiamo fare fronte» dice il Presidente.
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Barra ricorda come «c’è stata una prima risposta positiva per la parte del dissesto idrogeologico con 600.000 euro per Luvinate e altri 150 per Barasso» ma i fiumi di fango che arrivano giù dalla montagna «sono causati da una situazione di degrado della parte alta del bosco». Il Parco ha stimato in 3 milioni l’ammontare complessivo dei danni ma ad un anno dall’incendio quei fondi non sono stati ancora trovati. Nonostante l’intervento diretto del consiglio regionale che il dicembre scorso votò un ordine del giorno che chiedeva alla giunta di reperire le risorse necessarie quei soldi non sono ancora arrivati.
O meglio, la Regione ha indirizzato il Parco a cercare di entrare nei fondi stanziati dal piano di sviluppo rurale «ma quello non è lo strumento ideale per un’ente pubblico come il nostro», chiosa Barra. E in effetti la richiesta che arriva dai sindaci di Barasso e Luvinate è quella che sintetizza Alessandro Boriani: «ci troviamo davanti ad una situazione straordinaria e quindi servono finanziamenti straordinari».
E mentre i mesi passano e le piogge si susseguono, si scoprono i nuovi problemi. «Noi ci siamo trovati due nuovi torrentelli che fino all’anno scorso non c’erano e che adesso scaricano le loro acque nelle strade di Velate e Avigno -racconta l’assessore all’ambiente di Varese, Dino De Simone-. Abbiamo realizzato i primi interventi da 30.000 euro ma è un 10% di quello che servirebbe per sistemare tutto». Gli effetti del fuoco sui terreni sono ancora più evidenti a Luvinate dove «questa estate un torrente dove per 50 anni non è mai sceso un rivolo d’acqua è esondato quattro volte».
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Allarmi che ora potrebbero avere una risposta bipartisan. La commissione ha visto la presenza di praticamente tutti i consiglieri regionali della nostra provincia e tutti si sono impegnati a ricercare una soluzione per stanziare il denaro necessario. «Servono infatti interventi risolutivi a monte dei paesi, verso la vetta -ha commentato Angelo Palumbo, il consigliere di Forza Italia, che ha insistito per questa audizione-: eliminazione della legna bruciata, ripiantumazione dei boschi, individuazione dissesti e sistemazione forestale, opere di stabilizzazione, realizzazione di linee tagliafuoco preventive. Tutto questo per evitare che le comunità locali si trovino continuamente ad affrontare, ad ogni pioggia intensa, problemi e rischi per la loro sicurezza e l’incolumità pubblica».
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