Esperienze, persone e fiducia, il volto del “nuovo turismo”
A Glocal un dibattito su un settore in costante cambiamento e che la tecnologia ha rivoluzionato. Dal modello Airbnb alle recensioni, dal nuovo ruolo degli intermediari al modo di raccontare il territorio
Che cosa ci porta a voler scoprire luoghi al di fuori degli itinerari “convenzionali”? Vale di più una recensione su un sito di viaggiatori o un articolo su un portale specializzato? Come si intrecciano comunicazione, promozione turistica e futuro dei territori? Può la sharing economy, l’economia condivisa, contribuire allo sviluppo turistico del nostro paese?
Tanti gli spunti e le riflessioni emerse questo pomeriggio a Festival Glocal nel corso di un incontro che ha visto confrontarsi sul tema, moderati dalla giornalista di VareseNews, Maria Carla Cebrelli, Matteo Frigerio, country manager Italia di Airbnb, Luca Natale, responsabile della comunicazione del Parco delle Cinque Terre e Alessandra Favaro, giornalista e blogger specializzata in viaggi e turismo.
Tre le parole chiave che hanno guidato il dibattito: esperienza, fiducia e persone. La prima nel suo doppio significato ossia, quello di “competenza” (quella degli intermediari che oggi si trovano a ridefinire il proprio ruolo in un contesto dove, grazie al digitale e alle nuove tecnologie, le persone che esprimono domanda e offerta di beni e servizi hanno la possibilità di entrare in contatto diretto senza ulteriori mediazioni) e quella di “arricchimento” (riferita a quell’universo di situazioni e possibilità che possono essere acquisite solo raggiungendo uno specifico luogo o incontrando particolari persone).
@matteofrigerio: “L’Italia non si comunica solo parlando del Colosseo o di Santa Maria Novella, ma soprattutto parlando dell’eccellenza delle persone. L’eccellenza dell’ospitalità risiede negli italiani” #glocal18 @festivalglocal @varesenews
— Samhain (@Samhain___) 8 novembre 2018
E se le esperienze sono forse lo stimolo maggiore che guida oggi le scelte dei viaggiatori non si può prescindere da ciò che le può generare, la vita delle persone: non si può dire di aver vissuto davvero un territorio se non si entra in contatto con coloro che lo vivono, con il contesto, la terra, il dialetto, i saperi. Non meno importante è infine la fiducia, colonna portante della sharing economy quella che spinge chi deve orientarsi in una marea di informazioni come recensioni, post, articoli e commenti a prediligere un consiglio piuttosto che un altro o ad affidarsi alle possibilità offerte dalla tecnologia piuttosto che ai “canali tradizionali”.
“Se vado a dormire in una casa e per entrare faccio un codice, nell’ambito dell’accoglienza abbiamo perso…” @LucaNatale70 a #glocal18 pic.twitter.com/cET1nmmkwt
— Clara Varano (@ClaraVarano) 8 novembre 2018
@matteofrigerio “Per Airbnb, l’Italia è il terzo paese per offerta, il secondo per esperienze: un vanto per il nostro territorio” #glocal18
— Emma Trevisan (@emmatrevisann) 8 novembre 2018
@Blondetrotter1: “Un giornalista di cibo non può più parlare solo del prodotto, ma anche dell’economia del territorio che genera quel prodotto, perché il lettore vuole sapere di più” #Glocal18@festivalglocal @varesenews
— Samhain (@Samhain___) 8 novembre 2018
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