Famiglie sinti, il giudice respinge la richiesta della cena

Sull'altro punto del provvedimento d'urgenza presentato dal legale dei sinti, quello sull'assistenza delle famiglie, il giudice si è dichiarato non competente

Sgombero del campo sinti, la seconda giornata

La domanda di ripristino della cena per le famiglie sinti è “inammissibile”. Il giudice del tribunale di Busto Arsizio, chiamato ad esprimersi sul provvedimento d’urgenza presentato dal legale dei sinti, si è espresso negativamente, confermando dunque la scelta del Comune di Gallarate.

Sul secondo punto, che riguardava più in generale i termini (anche temporali), di assistenza alle famiglie sgomberate dal campo, il giudice Silvia Torraca ha invece dichiarato un “difetto di giurisdizione”, trattandosi di materia da giudice amministrativo, vale a dire da Tar.

«Il giudice ha dichiarato difetto di giurisdizione» conferma l’avvocato Pietro Romano, che annuncia che proseguirà nella richiesta. «Faremo reclamo immediato al collegio».  Come al solito avevamo ragione e lo sapevamo dall’inizio» commento dal sindaco Andrea Cassani, che ha sostenuto lo sgombero e aveva insistito perché alle famiglie venissero erogati solo buoni pasto e non la cena in albergo. «I sinti staranno in albergo fino al 30 dicembre (con check out il 31) e nessuna cena dovrà essere loro garantita. Il comune si è affidato al Giudice con una memoria sobria e pacata ma estremamente efficace nei contenuti. Davanti alla Legge gli strilli e i proclami con toni da crociata non contano».

(articolo aggiornato alle ore 12.20 di martedì 18 dicembre)

 

 

 

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Pubblicato il 18 Dicembre 2018
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