Tre ergastoli per l’omicidio di Antonino Faraci, condannata anche la moglie
Accolta in pieno la tesi dell'accusa: Melina Aita avrebbe organizzato l'omicidio con i due tunisini che sono fuggiti poco dopo il delitto, avvenuto il 12 aprile 2014

Sono stati tutti condannati all’ergastolo i tre imputati per l’omicidio di Antonino Faraci, avvenuto il 12 aprile del 2014 all’interno della sua villetta di via Briante a Somma Lombardo.
La Corte d’Assise del Tribunale di Busto Arsizio, presieduta dalla giudice Renata Peragallo con Elisabetta Ferrazzi a latere, ha ritenuto Melina Aita, moglie della vittima, e i due tunisini tutt’ora latitanti Bechir Baghouli e Slaheddine Ben H’Mida, colpevoli di omicidio volontario.
Per tutti e tre è stato comminata la pena dell’ergastolo, come richiesto dal pubblico ministero Rosaria Stagnaro. La decisione è arrivata dopo la requisitoria del magistrato e le conclusioni delle difese di Melina Aita e dei due tunisini, autori materiali dell’omicidio.
Accolta, dunque, la tesi dell’accusa, infatti, Melina Aita avrebbe intrattenuto una relazione anche sessuale con Bechir Baghouli e avrebbe procacciato soldi e cocaina all’uomo in più occasioni. Slaeddine Ben H’Mida avrebbe partecipato in quanto amico di Slaeddine. Tutti e tre avrebbero organizzato l’omicidio fingendo una rapina in casa.
Sotto shock la donna, oggi ultrasettantenne, presente insieme ai tre figli e ad altri parenti. I legali hanno già annunciato ricorso in appello: «Non serve aspettare le motivazioni per capire che si è condannata una donna solo sulla base di prove indiziarie. È una sentenza che non ha precedenti».
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