Irpef, il Pd replica ad Antonelli: “Non dica bugie sull’aumento delle tasse”

Polemica a suon di botta e risposta tra il sindaco e l'opposizione targata Pd: "Non abbiamo proposto l'aumento dell'Irpef nel 2018. Il sindaco ammetta che è colpa del governo attuale"

consiglio comunale busto

Infuria la polemica politica a Busto Arsizio tra sindaco e opposizione. Il Pd di Busto Arsizio non ci sta e replica alle parole del sindaco Emanuele Antonelli in merito all’aumento delle tasse. Ad Antonelli, che nel prossimo bilancio di previsione proporrà di alzare l’addizionale Irpef (addirittura dallo 0,4 allo 0,8%), non erano piaciute le parole di Massimo Brugnone (consigliere Dem) che lo aveva accusato di aumentare la tassazione a causa dei tagli del governo targato Lega-5 Stelle e aveva replicato dicendo che nel 2018 era stato lo stesso Pd a proporre l’aumento dell’Irpef.

È sempre Brugnone, carte alla mano, a rispondere che «è assolutamente falso che il Pd abbia proposto l’aumento dell’Irpef nel 2018 mentre è certo che la giunta Antonelli abbia aumentato le tariffe cimiteriali e la Tari. Per quanto ci riguarda abbiamo proposto un aumento dell’Irpef nel 2015, nella scorsa legislatura con una situazione economica e politica diversa e in risposta alla proposta dell’allora sindaco di aumentare l’Imu».

Secondo i democratici, quindi, Antonelli deve ammettere che «l’unico motivo per cui aumenta le tasse anche quest’anno è per colpa del governo attuale per tre motivi: non sono stati riconosciuti i 560 milioni dovuti ai Comuni relativi al taglio del decreto legge 66, scaduto nel 2018 (sui Comuni della provincia di Varese il peso è di 8,6 milioni). Secondo: è stata alzata la soglia di accantonamento per il fondo crediti di dubbia esigibilità, che costringe quindi Busto Arsizio a tenere bloccati più soldi rispetto a prima. Soldi che non possono essere utilizzati per i servizi ai nostri cittadini e che i Comuni sono costretti a recuperare alzando le tasse. Terzo: non è stata attivata la promessa ripetizione del riaccertamento straordinario dei residui, utile per attutire gli effetti negativi dell’abolizione senza compensazione dei debiti esattoriali 2000-2010 di importo fino a 1.000 euro che riguarda quasi esclusivamente i Comuni e che comporterà un peggioramento degli equilibri finanziari di molti enti. Non è un caso se l’Anci ha chiesto un provvedimento urgente finalizzato a evitare contenziosi e ad assicurare maggiori spazi di manovra limitando al minimo le insostenibili riduzioni di risorse di parte corrente».

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Orlando Mastrillo
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Pubblicato il 22 Gennaio 2019
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