Copertura cellulare in zone disagiate: gli italiani scelgono il fai da te

Per quanto riguarda la copertura del segnale dei telefoni cellulari e dispositivi affini in zone difficilmente raggiungibili, gli italiani stanno imparando ad affidarsi a soluzioni autarchiche

vario

Possiamo chiamarla rassegnazione, ricondurla a un umano spirito di adattamento oppure associarla all’italianissima – e antichissima – arte di arrangiarsi. Sta di fatto che, dati e statistiche alla mano, per quanto riguarda la copertura del segnale dei telefoni cellulari e dispositivi affini in zone difficilmente raggiungibili, gli italiani stanno imparando ad affidarsi a soluzioni autarchiche, piuttosto che attendere la (nel migliore dei casi tardiva, spesso assente) risoluzione del problema da parte della compagnia telefonica interessata.

Andiamo con ordine. L’Italia è uno dei paesi più cellulare-dipendenti al mondo (il primo in Europa), con una diffusione di dispositivi per abitante che nel 2018 era inferiore solo a quello di Hong Kong e Corea del Sud. Un legame, a quanto sembra, destinato a crescere in maniera esponenziale, se si pensa che solo nel 2012 il nostro paese non rientrava neanche nella top 20 di questa peculiare graduatoria. Al tempo stesso, la diffusione capillare del segnale rimane una problematica importante, anche a causa della morfologia del territorio italiano e della sua conformazione geofisica, con due importanti catene montuose e alcune isole piuttosto lontane dalla terraferma.

Trattandosi di dispositivi in mobilità, i provider di reti telefoniche hanno degli obblighi di legge molto relativi in merito alla copertura del segnale, pertanto è ben difficile, da parte dell’utente, pretendere un’efficienza totale da questo punto di vista. L’unico diritto che è pienamente riconosciuto al consumatore è quello alla trasparenza: in poche parole, prima di acquistare una scheda telefonica, abbiamo il diritto di conoscere il livello di copertura dei territori entro i quali andremo a utilizzarla. Per questo motivo, le principali compagnie forniscono delle mappature online che certificano la presenza (e talvolta la potenza) del loro segnale su tutto il territorio italiano. Tuttavia, una mappatura capillare è praticamente impossibile da ottenere, e soprattutto nelle zone di montagna il segnale può andare e venire anche nel raggio di poche decine di metri; senza contare che le heat maps non tengono conto della ricezione indoor, che può essere soggetta a ulteriori depauperamenti, soprattutto in presenza di schermature particolari negli edifici (cosa assai frequente proprio in montagna, dove le pareti e i tetti delle case sono quasi sempre coibentati con materiali isolanti per il freddo, che attenuano anche la ricezione delle onde elettromagnetiche).

Insomma, in termini di copertura del segnale in zone disagiate, periferiche o difficilmente raggiungibili, cavarsela da soli è divenuta una prassi consolidata, soprattutto se si desidera rimanere regolarmente connessi con il mondo esterno. Ne sanno qualcosa le strutture alberghiere di alta montagna: per offrire un servizio wi-fi all’altezza, molti hotel si sono dotati di un ripetitore 4G autonomo, in grado di veicolare il segnale anche ad altitudini considerevoli e in condizioni metereologiche avverse, mantenendone pressoché inalterate sia la potenza che la velocità di trasmissione dei dati. Un servizio utile non solo ad aumentare il livello di comfort degli ospiti della struttura, ma anche a garantire degli standard di sicurezza adeguati, soprattutto se l’edificio dovesse trovarsi improvvisamente isolato a causa di eventi climatici e/o geologici particolarmente violenti.

Un modello di implementazione tecnologica, quest’ultimo, che in poco tempo è stato replicato anche da privati cittadini in contesti meno improntati alla wilderness naturalistica, ma ugualmente problematici dal punto di vista della ricezione del segnale di telefonia mobile. Ad esempio, in quelle zone urbane in cui, proprio a causa dell’alta concentrazione di traffico elettromagnetico, un segnale può subire delle interferenze o giungere attenuato; oppure all’interno di uffici o abitazioni ubicati in posizioni particolarmente infelici, come sottoscala o seminterrati. In questi casi, lo sviluppo di una tecnologia a basso costo e ad alta resa ha messo a disposizione del singolo utente possibilità di accesso fino a poco tempo fa impensabili: oggi i ripetitori Vodafone per l’amplificazione del segnale GMS, UMTS e LTE destinati a uso domestico o privato (ad esempio nelle aziende) hanno dei costi relativamente accessibili anche a una famiglia monoreddito di media disponibilità economica, la quale con un piccolo investimento può risolvere tutti i suoi problemi di accessibilità. E anche gli altri operatori si stanno adeguando, immettendo sul mercato dispositivi dalle medesime caratteristiche.

Dunque, in attesa che siano le compagnie telefoniche a mettere a regime le loro reti in un territorio oltremodo problematico, pur di non rinunciare al loro device preferito gli italiani stanno imparando a risolvere le difficoltà di connessione risalendo alla radice del problema, sfruttando le innovazioni tecnologiche del settore e, di fatto, cavandosela da soli. Un esempio che, ne siamo certi, verrà presto imitato da molte altre comunità, e che forse segnerà una nuova svolta nel tentacolare mercato della telefonia mobile: che sia proprio la connettività fai da te il business del futuro?

Redazione VareseNews
redazione@varesenews.it

Noi della redazione di VareseNews crediamo che una buona informazione contribuisca a migliorare la vita di tutti. Ogni giorno lavoriamo cercando di stimolare curiosità e spirito critico.

Pubblicato il 25 Febbraio 2019
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Segnala Errore

Vuoi leggere VareseNews senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.