«Così ci riprendiamo i boschi dello spaccio»
Squadre di protezione civile e sindaci della valle hanno lavorato fianco a fianco per ripulire tutto lo sporco lasciato dai pusher, che di fronte ai giudici non parlano
Due turni di lavoro, altrettanti compattatori riempiti sul posto e due grandi bidoni carichi di vetro. È il risultato della prima uscita di lavoro nei boschi dello spaccio della Valganna. Questa mattina, sabato, una ventina di volontari si è concentrata in località Manera, proprio dove era presente nei camminamenti della Linea Cadorna un punto di avvistamento e di spaccio nei pressi di una curva che sale a Marzio.
SCORTATI DAI CARABINIERI – Scortati da alcune unità del carabinieri di Marchirolo, i volontari hanno setacciato la zona e ripulito i boschi dalle porcherie lasciate nei bivacchi dai pusher.
Con loro erano presenti i sindaci di Valganna e Cugliate Fabiasco – Bruna Jardini e Angelo Filippini – , oltre all’assessore della Comunità Montana del Piambello, Omar Algisi, con delega alla protezione civile: proprio grazie a tante squadre di volontari, – comunali e di valle – si è potuti ripristinare parte dei luoghi dello spaccio.
RIPRENDERSI I LUOGHI – «Non è la prima uscita, ce ne saranno anche altre», promettono gli amministratori, che stanno lavorando a progetti per ridare presenza a questi luoghi: il 28 l’amministrazione comunale di Cugliate Fabiasco incontrerà i responsabili del Cai per l’inserimento di una di queste mulattiere nella rete sentieristica del Cai, e per la primavera poterebbe tenersi proprio qui una gara di “oreintering”, la disciplina sportiva che prevede l’orientamento in un determinato territorio con l’obiettivo di raggiungere una meta: in questo caso è una associazione Svizzera che ha manifestato l’interesse per questa iniziativa.
I PUSHER NON PARLANO – Di fronte ai giudici per l’interrogatorio di garanzia avvenuto ieri, venerdì, gli spacciatori, chi in carcere, chi sottoposto a misure cautelari, non hanno parlato. Nessuna ammissione di responsabilità: si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Alcuni hanno risposto alle domande dei magistrati in carcere, altri in tribunale, a due giorni dal terremoto scaturito dall’indagine dei carabinieri di Luino che con un lavoro certosino hanno sgominato un’organizzazione che la faceva da padrona nel controllare ampie zone fra Valganna, Valcuvia, Valmarchirolo e valli del Luinese. Giacigli, bivacchi con tende e stracci, i signori dello spaccio arrivavano scortati da auto di alcuni residenti nella zona conniventi c tossicodipendenti che davano supporto logistico al traffico della droga.
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