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Mamme e papà a “scuola” di videogiochi
Martedì 19 febbraio a Varano Borghi c’è stata una conferenza dove i genitori hanno potuto scoprire cosa si nasconde dietro al mondo dei giochi elettronici e che effetti possono avere su bambini e ragazzi
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Se per alcune mamme non sono altro che diavolerie pericolose, qualche papà fatica a nascondere una certa curiosità e attrazione.
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Stiamo parlando dei videogiochi, il tema al centro dell’incontro che si è tenuto la sera del 19 febbraio al teatro di Varano Borghi. La conferenza faceva parte del progetto “Insegnare ai bambini la felicità” organizzato dalla Scuola di Palo Alto di Milano. I genitori hanno potuto scoprire diversi aspetti sconosciuti del mondo dei videogiochi, ma anche ascoltare numerosi consigli su come migliorare il rapporto tra i propri figli e questi prodotti e magari riuscire a ricavarne alcuni vantaggi.
«I videogiochi sono una realtà in crescita e destinata a continuare nel tempo – ha spiegato Enrico Bianchi, relatore della conferenza, consulente aziendale da circa 40 anni impegnato nel mercato videoludico e grande appassionato di giochi elettronici –. A oggi, l’industria del videogioco è la più grande del mondo». I dati che riguardano questa realtà sono impressionanti; basti pensare che uno dei videogiochi più utilizzati conta circa 100 milioni di giocatori al mese e che è stato previsto un investimento di 2 miliardi di dollari per la realizzazione degli E-sports del 2020, la più grande competizione videoludica al mondo.
Oltre agli interessi economici che girano intorno a un mercato del genere, i videogiochi hanno attirato l’attenzione anche di alcuni istituti di ricerca e in particolare dei neuroscienziati. Per esempio, numerosi genitori temono che trascorrere troppo tempo di fronte a uno schermo provochi danni alla vista. A questo proposito, alcuni scienziati hanno svolto visite oculistiche su alcuni soggetti prima e dopo aver trascorso un certo periodo di tempo a giocare a titoli d’azione. Il risultato? È stato osservato che la vista dei pazienti è diventata più acuta e attenta. Un altro studio realizzato dalla Fondazione di scienza americana ha scoperto che molti videogiocatori sviluppano capacità di individuazione di obiettivi e “problem solving”, abilità che molte aziende cercano nei propri dipendenti. Parallelamente, l’Università di Harward ha compiuto una ricerca su un famoso gioco on line, per scoprire che i suoi utenti erano entrati in possesso di spiccate capacità di leadership e una particolare attitudine a lavorare in squadra con sconosciuti. Esistono, inoltre, videogiochi che contengono ricostruzioni accurate di città antiche, episodi e conflitti storici, ma anche di luoghi letterari, tra le quali l’Inferno della Commedia di Dante Alighieri.
Divertirsi con un gioco completamente in inglese, oppure giocare assieme a persone di altri paesi è un ottimo stimolo per imparare nuove lingue. Nonostante tutto, per i bambini e i ragazzi che giocano ai videogiochi è possibile andare incontro a rischi. Una vita troppo sedentaria, accesso a contenuti non adatti e casi di dipendenza videoludica sono i problemi principali. Come possono quindi i genitori regolare il rapporto tra i propri figli e i videogiochi?
«Per evitare di incorrere in questi inconvenienti – ha spiegato Enrico Bianchi – si possono seguire alcuni semplici consigli. Innanzitutto, bisogna essere sicuri che i contenuti dei giochi siano appropriati. Per questo invito a prestare attenzione all’età minima del pubblico per cui è stato realizzato il prodotto».
«Se le sessioni di gioco del ragazzo diventano sempre più lunghe – ha poi aggiunto Bianchi –, inizia a mentire a parenti e amici sui tempi di gioco, pensa a giocare anche quando è impegnato in altre attività, si adira quando è tempo di spegnere la console o il pc e non adempie alle proprie responsabilità; allora può darsi che stia emergendo una dipendenza videoludica».
Per quanto riguarda il tempo trascorso davanti allo schermo, secondo gli esperti è importante che i genitori lo stabiliscano chiaramente con i propri figli. «È meglio dire al bambino che non può giocare, piuttosto che spegnere forzatamente il dispositivo». In questo senso, è importante sapere che ogni tipo di console dispone di un sistema di controllo parentale, che permette ai genitori di scegliere quali tipi di videogiochi si possono utilizzare e per quante ore al giorno. YouTube contiene diversi video che spiegano come impostare questi servizi. «Per quanto riguarda invece la violenza – ha precisato Bianchi –, gli studiosi hanno dimostrato che alcuni videogiochi stimolano comportamenti violenti in alcuni ragazzi particolarmente aggressivi, ma l’effetto non è superiore a quello provocato dalla visione di un semplice film d’azione».
«Se i ragazzi dispongono di una console – ha concluso Enrico Bianchi -, mai collegarla a una televisione in camera, ma sempre alla televisione principale. In questo modo, non solo sarà più facile per i genitori osservare a cosa gioca proprio figlio, ma tutti i membri della famiglia impareranno a gestire meglio il tempo di fronte al televisore».
Una volta scoperti rischi e opportunità dei videogiochi, le mamme e i papà presenti hanno infine ricevuto alcuni consigli anche su come salvaguardare il portafoglio. A questo proposito è sufficiente ricordare che i giochi appena rilasciati sono estremamente costosi. Per risparmiare si può aspettare qualche mese e acquistare il prodotto durante una delle offerte, che si presentano piuttosto frequentemente.
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