Il sindacato in piazza: il cambiamento siamo noi
Almeno in 200mila in piazza San Giovanni per la manifestazione di Cgil, Cisl e Uil. I sindacati: «Il governo ci deve ascoltare e aprire una vertenza»
Erano in tantissimi in piazza San Giovanni a Roma. Secondo i sindacati confederali almeno 200mila per richiamare il governo gialloverde sui temi del lavoro. I sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil hanno manifestato unitariamente per sostenere le proposte relative alla crescita, allo sviluppo ma soprattutto per chiedere all’esecutivo di aprire un confronto.
Sul palco di piazza San Giovanni sono intervenuti i tre segretari generali di Maurizio Landini (Cgil), Annamaria Furlan (Cisl), e Carmelo Barbagallo (Uil) concentrati nel sostenere la piattaforma unitaria che rivendica giustizia sociale, centralità della persona e lavoro dignitoso.
«In Piazza San Giovanni, una folla così immensa non la si vedeva da molti anni- ha detto Barbagallo – Il Governo ne tenga conto. Sono così tanti che non siamo riusciti a contarli».
«Qui c’e’ l’Italia reale, di chi vive un’esistenza di fatica e onestà, che con passione e competenza ha fatto crescere e portato avanti il Paese – ha aggiunto Annamaria Furlan – . È importante avere ricevuto l’adesione di tante associazioni. Abbiamo molti motivi per stringerci insieme e essere orgogliosi. E ai professionisti della realtà virtuale, a chi lancia slogan sui social, diciamo uscite dalla finzione, venite qui, guardate queste bandiere, guardate questa piazza. Con una diretta Facebook e tweet pretendono di racchiudere in poche battute la complessità della realtà».
Landini era alla sua prima “uscita” in piazza come nuovo segretario della Cgil al posto di Susanna Camusso. Con la sua oratoria appassionata, si è rivolto direttamente al governo, chiedendo all’esecutivo di «ascoltare la piazza e aprire un confronto» per rilanciare poi il ruolo del sindacato con una frase molto cara ai grillini: «Noi siamo il cambiamento». Cgil Cisl e Uil chiedono il cambiamento delle politiche del lavoro del Paese. Landini ha sottolineato la centralità degli investimenti perché «senza un piano straordinario di investimenti pubblici e privati non si creano posti di lavoro. L’esecutivo invece li ha ridotti, soprattutto per il Sud e per il mondo pubblico, e ha chiuso i cantieri».
Nella legge di stabilità, ha aggiunto, hanno messo «le poste per l’aumento dei salari nel pubblico impiego: stando a quelle cifre, l’incremento sarà di 14 euro lordi nei prossimi tre anni. Non si rendono conto che così facendo offendono se stessi e i lavoratori, non si rendono conto che il lavoro pubblico è cultura e assistenza alle persone, è diritto alla salute e inclusione sociale, è solidarietà e crescita del paese».
Cgil, Cisl e Uil hanno messo a punto una piattaforma unitaria, segno che l’unità sindacale è molto importante importante in questa fase. «Il governo ci deve ascoltare e aprire una vertenza – ha concluso Landini – In questa piazza noi stiamo seminando solidarietà, contro chi semina odio. Io penso che dopo una giornata come questa, chi governa ci debba ascoltare. Ma se non dovesse succedere, l’impegno che ci arriva da questa manifestazione, è che non dobbiamo fermarci. Andremo avanti, in ogni territorio del Paese, fino a quando avremo ottenuto ciò che chiediamo».
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