Caso Quiete, «la procura formuli l’imputazione su Abate»
Lo richiede con ordinanza il Gip Bianchetti dopo gli esposti dell’imprenditore varesino Sandro Polita
Non finisce di preservare colpi di scena il caso “Quiete”: l’imprenditore varesino Sandro Polita si ritiene danneggiato dal comportamento di più soggetti (5) che avrebbero favorito precedenti proprietari della della casa di cura “la Quiete” con l’obiettivo di avere poi fatto fallire le diverse società che gestivano la struttura, tra cui la capogruppo Ansafin (di Polita).
Per questo, da anni, si trascina un lungo procedimento penale, ancora nella fase delle indagini preliminari, su cui sta indagando la procura della repubblica di Brescia.
Il Giudice delle indagini preliminari del tribunale di Brescia Amedeo Bianchetti ha nella giornata di ieri, 18 marzo in camera di consiglio e con ordinanza rigettato la richiesta di archiviazione disponendo l’imputazione di Agostino Abate, il pubblico ministero varesino (al tempo dei fatti) che si occupò della vicenda Quiete.
Il pubblico ministero aveva lo scorso dicembre richiesto l’archiviazione della posizione del pm versino a cui veniva contestato il reato di “abuso d’ufficio”.
«L’inchiesta bresciana sull’inchiesta varesina ha determinato che le diverse anomalie ed irregolarità che avevo contestato e denunciato non erano errori, ma reati», ha commentato in una nota inviata alla stampa l’imprenditore Polita.
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