Il comitato torna a mobilitarsi contro l’ospedale unico Gallarate-Busto
Nell'inverno il progetto, che aveva subìto una battuta d'arresto, è ripartito. E con il progetto riparte anche la lotta di chi vuole mantenere i due ospedali esistenti, in un territorio che serve oltre 200mila persone
Riceviamo e pubblichiamo il comunicato sull’ospedale unico Gallarate-Busto, firmato dal Comitato per il diritto alla salute del Varesotto
Mentre riparte il percorso dell’ospedale unico, fra qualche dubbio che inizia a nascere nell’amministrazione di Gallarate e l’assessore Gallera che richiama il sindaco leghista all’ordine, il comitato per il diritto alla salute del Varesotto sarà nuovamente presente fra i cittadini sabato mattina dalle 9.00 alle 12.00 in via Torino, al mercato di Gallarate.
A fronte dei problemi che sempre più attanagliano i nostri ospedali pubblici, con i pronto soccorso al collasso, liste di attesa per visite e interventi sempre più lunghe, medici e infermieri esausti che scappano appena possono, di nuovo si pensa di risolvere i problemi con l’ospedale unico.
Quando è stato proprio questo progetto a rendere incerta la situazione degli operatori, a impedire una progettualità completa, a scoraggiare operatori sanitari a venire a lavorare a Gallarate o Busto Arsizio. La proposta di ospedale unico è cioè concausa del peggioramento della situazione, non la soluzione.
Una concausa forse involontaria, frutto di incompetenza. Anche se è molto più facile fare digerire a una cittadinanza in maggioranza contraria all’ospedale unico, la necessità della sua costruzione, se si distrugge quel che c’è.
Il comitato sarà dunque di nuovo nelle strade, convinto che i cittadini che contribuiscono in toto alle spese per la sanità con le tasse, i ticket e gli esami pagati di tasca propria hanno il diritto di sapere se i loro soldi sono spesi nel migliore progetto possibile per la sanità del territorio e per la propria salute.
Perché davvero si pensa di migliorare la situazione della nostra sanità pubblica con un unico pronto soccorso per 200.000 abitanti, la riduzione drastica dei posti letto, lo smantellamento degli ospedali minori e la mancata realizzazione di una rete diffusa di presidi ospedalieri e socio-sanitari?
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