Il Museo nel Torrazzo che racconta il tempo e i segreti dell’orologio astronomico
Nel nuovo Museo Verticale della torre di Cremona è possibile ammirare alcuni approfondimenti collegati allo studio dell’orologio realizzato dal 1582
Se si visita Cremona una visita alla sua torre è d’obbligo. Il Torrazzo, simbolo della città lombarda, è il secondo campanile storico più alto d’Italia e la torre campanaria medievale più alta d’Europa
Situata a fianco del duomo, non è importante soltanto dal punto di vista architettonico: il suo orologio astronomico (Foto di Massimo Telò – Opera propria, CC BY-SA 3.0, Collegamento) è considerato uno dei maggiori capolavori della meccanica antica.
Ancora oggi conserva intatto il proprio meccanismo primitivo, commissionato ai due ingegneri cremonesi Giovanni Francesco e Giovanni Battista Divizioli nel 1582. È considerato inoltre uno degli orologi più grandi al mondo, poiché il diametro del quadrante supera abbondantemente gli 8 metri. Nella Sala del Quadrante e nella Sala del Meccanismo è possibile ammirare tutte le caratteristiche del funzionamento.
A Cremona, nel nuovo Museo Verticale, è possibile ammirare alcuni approfondimenti collegati allo studio dell’orologio. Per esempio, nella Sala della Misura del Tempo viene illustrata la storia della percezione umana del tempo mediante la ricostruzione di strumenti di misura antichi, varie tipologie di orologi ed interessanti contenuti multimediali.
È esposta inoltre la ricostruzione in scala ridotta dell’“Artificio di Toledo”, l’opera più famosa del talentuoso ingegnere cremonese Janello Torriani (Cremona, 1500 circa – Toledo, 1585). La Sala dell’Astronomia è dedicata allo studio dei corpi celesti. All’interno, grazie alle particolari caratteristiche costruttive del Torrazzo, si trova una fantastica installazione del Pendolo di Foucault. La sua oscillazione è la dimostrazione scientifica della rotazione della Terra. Infine, raggiungendo la sommità della torre, si gode una magnifica vista della città.
L’orologio astronomico, vero capolavoro di meccanica, fu realizzato a partire dal 1582, anno della riforma gregoriana del calendario, da Giovanni Francesco e Giovanni Battista Divizioli, mentre la decorazione del quadrante fu affidata ai pittori Giovanni Battista Dordoni e Martire Pesenti. Seguì lungo i secoli una serie di ridipinture, fino ai più recenti restauri (1974) dovuti, per la parte meccanica a Vincenzo e Pietro Ferraroni, per il calcolo astronomico ad Achille Leani e per la parte decorativa – la fascia dello zodiaco – a Mario Busini.
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