Redditi e pensioni nel Varesotto: “Più il territorio è connesso più attrae i giovani”
Andrea Venegoni, ricercatore del Centro sullo Sviluppo dei Territori e dei Settori della LIUC Business School, commenta così la mappa realizzata da Varesenews unendo dati del Mef e di Istat
«La differenza di distribuzione sul territorio sia dei giovani, sia dei contribuenti pensionati sul totale, coincide con il quadro delle nostre analisi».
Andrea Venegoni, ricercatore del Centro sullo Sviluppo dei Territori e dei Settori della LIUC Business School, commenta così la mappa realizzata da Varesenews unendo dati del Mef e di Istat.
Sulla mappa sono rappresentate la percentuale redditi dichiarati da pensionati. E il rapporto tra la popolazione under 18 e quella over 65. I territori in blu scuro sono quelli con meno redditi da pensione e più giovani, quelli in arancione scuro hanno più persone che ricevono un assegno dall’Inps e meno minorenni rispetto alla media provinciale.
«Le differenze discendono dalle diverse capacità dei territori di attrarre e generare attività di impresa», prosegue il ricercatore dell’istituto con sede a Castellanza, «che a sua volta deriva da fattori come l’infrastrutturazione, la concentrazione pregressa di attività industriale e anche la disponibilità di capitale umano».
Capitale umano che può anche spostarsi. E così la minore incidenza di redditi da pensione nel Basso Varesotto, «non a caso chiamato in alcune zone anche Altomilanese», è figlia del pendolarismo. Unisce cioè «una propensione all’uscita da Milano per fattori legati ad esempio al mercato immobiliare» ad «un’alta infrastrutturazione del territorio» che consente di raggiungere il capoluogo regionale in tempi ragionevoli.
Infrastrutture che fanno sì che la mobilità sia solo delle persone e non delle imprese. «Un fenomeno come quello di Whirlpool che abbandona Varese per spostarsi a Rho è meno probabile che accada ad aziende che hanno sede nel Basso Varesotto». Zona che, tra aeroporti, autostrade e ferrovia è decisamente meglio collegato rispetto all’area prealpina.
Un’analisi a parte lo merita il contesto della città di Varese. La quale unisce una percentuale di contribuenti pensionati superiore alla media ad un rapporto tra under 18 e over 65 inferiore al dato provinciale. Ed è invece circondata da comuni con la tendenza opposta. Ovvero, in estrema sintesi, pochi pensionati e tanti giovani. Che si stia replicando, in piccolo, lo stesso fenomeno che porta a uscire da Milano per diventare pendolari?
«Diciamo che è una spiegazione ragionevole, anche se questa tendenza in realtà non è mai emersa. Possibile», ammette Venegoni, «che sia in atto una dinamica per cui chi lavora a Varese preferisce vivere nei comuni della cintura dove i costi residenziali sono diversi».
Sorprende invece il fatto che Saronno risulti tra i comuni con un rapporto tra giovani e anziani inferiore alla media. «È un dato che non mi aspettavo», ammette. E per quanto ci siano 0,68 under 18 per ogni over 65, un dato solo leggermente inferiore alla media, «la spiegazione del fenomeno saronnesse è legata invece al contesto dei comuni limitrofi». Almeno quelli in provincia di Varese, visualizzati sulla mappa, hanno tutti una quota di pensionati bassa e una di giovani alta.
Mentre il fatto che la zona del gallaratese e di Malpensa uniscano pochi pensionati e tanti minorenni «è un chiaro segnale dell’impatto dell’infrastrutturazione», conclude il ricercatore della Liuc, «e di quanto l’avere un territorio altamente connesso con il tessuto industriale, e che queste connessioni riesce a sfruttare, sia maggiormente capace di trattenere i giovani».
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