La crisi di maggioranza, l’intervento di Carlo Lio e la “manina” da Roma
L'indagine della Procura di Busto che ha portato agli arresti di Fratus, Cozzi e Lazzarini per i concorsi pilotati ora punta sul provvedimento del difensore civico regionale che ha fatto tornare in sella la giunta
Dopo gli interrogatori di garanzia che si sono svolti ieri, lunedì, ora toccherà al sostituto procuratore titolare della indagine Nadia Calcaterra, sentire i tre principali indagati dell’inchiesta Piazza Pulita che ha messo un faro sul sistema di nomine pilotato dal vicesindaco Maurizio Cozzi, dal l’assessore Ai Lavori Pubblici Chiara Lazzarini e dal sindaco di Legnano Gianbattista Fratus (tutti e tre si sono dimessi dai loro incarichi).
Operazione Piazza Pulita, Cozzi parla: “Volevamo fare il bene della città”
L’altro step importante per il prosieguo di questa indagine è rappresentato dalla decisione del TAR Lombardo sul ricorso presentato dalle opposizioni contro La surroga del primo dei consiglieri comunali durante la crisi di maggioranza di marzo scorso.
La giunta Fratus torna in sella e attacca i promotori della “congiura”
Il periodo è stato completamente monitorato dalla Procura attraverso le intercettazioni ed è proprio in questo periodo che sulla giunta di Legnano si concentrano gli interessi dei vertici nazionali della Lega che avrebbero fatto in modo che la maggioranza potesse riformarsi nonostante le dimissioni di tutta l’opposizione e di 3 consiglieri leghisti.
In particolare l’attenzione degli inquirenti si sofferma sull’intervento del difensore civico regionale Carlo Lio che avrebbe avuto un ruolo decisivo nella procedura di surroga che ha permesso alla giunta Fratus di avere la maggioranza per andare avanti.
Quella procedura venne fortemente contestata dall’opposizione tanto da provare subito la strada del TAR che, peró, ha rinviato la decisione dall’8 maggio al 5 giugno.
La Procura, inoltre, ha iscritto nel registro degli indagati anche Lorenzo Fommei, direttore dimissionario di Amga al centro del dossier che ha dato il via all’indagine. All’interno di quel documento, infatti, vengono espressi forti dubbi su alcune nomine fatte quando era direttore dell’azienda pubblica legnanese.
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