“Non è più droga leggera“
I particolari dell’inchiesta “Vecchia guardia“ che ha portato all’arresto di 11 persone. «Attenzione agli alti livelli di thc»
Lavazza. London. Stella. Nomi banali che nell’ambiente degli investigatori non promettono niente di buono e che anzi mettono sul chi va là gli addetti ai lavori e spingono il procuratore della repubblica di Busto Arsizio Gianluigi Fontana a spiegare che sì, l’indagine “Vecchia guardia” riguarda le droghe leggere, ma che leggere non sono più, poiché anche se si parla di marijuana e hascisc, si parla di sostanze «dall’elevato livello di thc». Una canna può arrivare a fare molto, molto male: non si parla solo degli effetti penali, ma soprattutto sulla salute.
ROBA “BUONA“ – Per questo il gruppo finito in manette per via delle indagini della procura della repubblica di Busto Arsizio culminate con l’ultimo arresto di stamani (in flagranza di reato con due chili di droga in casa) era da considerarsi particolarmente pericoloso. Perché “lavoravano“ bene: droga di primissima qualità comprata ad alto prezzo direttamente da intermediari marocchini per due motivi: tagliare la filiera commerciale dello stupefacente e poter controllare direttamente la qualità.
I “COMMERCIALI“ – Gli inquirenti hanno minuziosamente ricostruito anche i viaggi che gli adepti dell’associazione intraprendevano sul posto. E quando ciò non era possibile avvenivano acquisti di “campioni“ di hascisc, del peso solitamente di un centinaio di grammi. Non provavano direttamente lo stupefacente, ma ne saggiavano il gradimento con l’immissione nel mercato a una cerchia ristretta di clienti fidati. Se la roba era buona e sortiva i risultati sperati si procedeva all’acquisto.
I VIAGGI – La droga partiva dal Marocco, specialmente da Tangeri, arrivava in Spagna in nave e veniva caricata su auto o messa nelle valigie dei corriere (fino a un peso di circa una ventina di chili). Quando le spedizioni erano davvero importanti, arrivavano i furgoni. Come avvenne nel novembre 2015 quando 770 chili di hascisc in panetti venne fermato a Perpignan, nel dipartimento dei Pirenei Orientali appena fuori dal confine spagnolo dalla polizia francese.
Presto anche i carabinieri del reparto investigativo di Varese hanno dovuto adeguarsi a queste modalità e per meglio investigare sul posto e seguire i carichi hanno dovuto spostarsi soprattutto in Spagna sfruttando la collaborazione con la Guardia Civil.
NOME IN CODICE FIORELLINO – La “Vecchia Guardia“ era piuttosto smaliziata e gli arrestati considerati i “capi“ sapevano che quei giri di droga avevano dei punti deboli, che i questo caso erano proprio le comunicazioni.
Così pensarono ad uno stratagemma vecchio come il mondo ma efficace: la crittografia. Bastava un messaggio con scritto per esempio “fiorellino“, per trasformare questa parola in un numero di telefono fornito all’interlocutore che inviava il messaggio successivo proprio al nuovo numero sorto dalla soluzione dell’ «enigma», grazie a utenze telefoniche che cambiavano quindi di continuo. Nonostante questo sistema, i carabinieri hanno sfruttato competenze professionali di altissimo livello per riuscire nelle intercettazioni telefoniche e ambientali che hanno permesso di portare a termine l’operazione, come ha ricordato il colonnello Claudio Cappello, alla guida del comando provinciale dei carabinieri della provincia di Varese.
I SEQUESTRI – Nel corso delle indagini, quale riscontro dell’attività illecita, i Carabinieri di Varese hanno arrestato (nella flagranza del reato) 5 persone (tra i quali uno degli odierni arrestati), sequestrando oltre 60 kg. tra hashish e marijuana. Inoltre, a due degli odierni indagati (un 60enne varesino ed un marocchino del legnanese), è stata contestata l’importazione di due ingenti partite di stupefacente: rispettivamente i 1190 kg. di hashish sequestrati il 26 febbraio 2016 a Legnano (MI) dall’allora Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Pavia, e i 710 kg. di hashish sequestrati il 5 dicembre 2016 a Melegnano – Milano – dal nucleo operativo radiomobile di Novi Ligure, provincia di Alessandria.
INDAGATI E ARRESTATI – Gli indagati nell’operazione “vecchia guardia“ risultano oltre 40 e di questi 10 sono colpiti da ordinanza di custodia cautelare in carcere. Degli arrestati 8 sono italiani, 2 marocchini. L’ultimo arresto (l’undicesimo, non in ordinanza) è avvenuto stamattina grazia al fiuto dei cani della Finanza che ha trovato l’hascisc a casa di un castellanzese di 55 anni domiciliato a Olgiate Olona.
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