“Brinzio 2019“: missione compiuta
Riuscita l’esercitazione che simulava l’incendio boschivo nei pressi di alcune stalle
Una grande macchia di colore rosso si allarga sul monitor nella sala operativa allestita al piano superiore del municipio Brinzio, dove gli occhi di oltre trenta persone, quasi tutte in divisa, osservano l’immagine proiettata sul muro.
È il modello matematico che lavora trasmettendo dati in tempo reale sulla situazione dell’incendio ai Gaggioli, a Castello Cabiaglio, dove ci sono alcune decine di animali da salvare.
D’un tratto sulla mappa si accende un secondo fuoco, a poca distanza dall’azienda agricola Piccinelli di Brinzio: «Le fiamme stanno arrivando, evacuare subito».
Partono le camionette della protezione civile che si mettono in postazione a riparo della stalla con all’interno maiali, mucche, asini e animali da cortile; nel frattempo i veterinari dell’Ats arrivano e cominciano a studiare la situazione e il breve tempo tutti gli animali vengono messi in salvo: in alcuni casi basta farli uscire, come per i bovini.
In altri occorre ingegnarsi: i maiali vanno fatti salire su di una biga, ma manca la pedana e allora ecco che una porta rimossa dai cardini diventa una pedana.
Conoscere gli animali non basta per gestire momenti di emergenza durante i quali ogni secondo è prezioso. Bisogna essere in grado di applicare sul territorio protocolli condivisi e conoscenze.
Per questo lo scorso fine settimana è andata in scena con successo l’esercitazione di protezione civile “Brinzio 2019“ alla quale hanno partecipato centinaia di volontari di Provincia di Varese e la Comunità Montana Valli del Verbano e Piambello in collaborazione con Parco regionale Campo dei Fiori, il Comune di Brinzio, AREU AAT Varese, Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, ATS Insubria, U.O. Veterinaria Regione Lombardia e l’Associazione Nazionale Alpini Sez. di Varese.
È stato ipotizzato uno scenario legato agli incendi boschivi dolosi sviluppati su più focolai, con evacuazione degli animali.
Ma anche l’intervento su una quindicina di arnie di apicoltori “nomadisti“ (cioè che seguono le fioriture di alcune essenze per comporre uno specifico miele) salvate anch’esse dall’incendio perché aiutati da apicoltori locali che hanno messo a disposizione le loro attrezzature.
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