Casa Cecilia, il calore di una famiglia
L'inaugurazione della casa famiglia dedicata ai minori. Già quattro gli ospiti al lavoro per la costruzione del loro futuro
«Una nuova avventura che apre porte, accoglie e offre tante possibilità: un messaggio importante ma che purtroppo non va di moda per poter “camminare insieme”. Questo è il modo con cui concepiamo la vita».
Così Don Massimo Mapelli, fondatore dell’associazione “Una casa anche per Te”, ha inaugurato Casa Cecilia domenica 9 giugno.
Immersa nel verde dei boschi tainesi, l’obiettivo di Casa Cecilia è quello di ospitare minori non accompagnati e offrire loro «il calore di una famiglia, istruzione, valori quali il rispetto e l’integrità personale, oltre alle conoscenze e competenze necessarie per la propria professionalità e il proprio futuro».
«Casa Cecilia nasce dal desiderio di testimoniare che per fare comunità è importante impegnarsi e non lasciare indietro nessuno – spiega Don Massimo – . L’esperienza dell’associazione “Una casa anche per Te” ha permesso a molti ragazzi in condizioni di fragilità di costruirsi una vita e un futuro fondati nei valori dell’amore, del rispetto, dell’impegno personale e del lavoro. I loro percorsi virtuosi testimoniano ‘che si può’ e chiedono a tutti noi di non smettere mai di aprire porte, offrire opportunità, e condividere percorsi di vita».
Nel corso della festa al Bosco Forte è intervenuto il sindaco Stefano Ghiringhelli, il quale ha portato i saluti della comunità locale: «Noi tainesi abbiamo bisogno di persone in grado di vedere fuori dagli schemi e Don Mario è sicuramente uno di questi.Feste e giornate come quella di oggi serviranno anche per vincere la diffidenza e per creare un nuovo polo di comunità»
Nonostante la pioggia estiva, in tanti hanno voluto partecipare all’inaugurazione nella tenuta messa a disposizione dalla dottoressa Ilaria Borletti Buitoni. Quest’ultima, da sempre impegnata nel campo culturale e sociale, ha voluto ribadire il proprio impegno, aprendo lei stessa per prima una porta, quella di casa sua: «Quando sono andata a Zinasco a conoscere Don Massimo ho riconosciuto in lui era la persona giusta per questo nuovo progetto.- spiega Borletti .- Oggi si scrive una pagina nuova e giusta; oggi si dice un “sì” a una nuova comunità, a un progetto di accoglienza, a un percorso di integrazione e di apertura verso un Paese diverso.- conclude ringraziando tutti i presenti. -Siete l’Italia migliore».
Al momento Casa Cecilia ospita già quattro ragazzi i quali, grazie all’impegno di Don Matteo Rivolta, si sono già inseriti frequentando e partecipando alle attività oratoriali e scolastiche tra Angera e Taino. «Sarà una bella occasione per poter collaborare con chi ha saputo mettersi in gioco davanti ad altre emergenze.-afferma il giovane prete.- A differenza di chi trova sempre una scusa, chi rimane allenato a dar risposta a un bisogno sa accorgersi e aiutare anche gli altri».
Infine, Arianna Casi ha presentato l’opera Rami e Radici realizzata grazie al progetto Aisha, associazione nata per contrastare la violenza e la discriminazione contro le donne. Realizzata con rami di salici, si tratta di un’opera condivisa che custodisce al suo interno i pensieri intimi di donne mussulmane vittime di violenza. Il progetto artistico è stato collocato nel giardino di Casa Cecilia dove, prima del ricco pranzo offerto dai volontari, i bambini di “Una casa anche per te” hanno fatto volare in cielo palloncini colorati, simboli di speranza e di pace.
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