“Non volevo accoltellare mia madre, è stato uno sbaglio”
In aula la ricostruzione della giovane imputata. Pesanti le accuse dal tentato omicidio alla tentata estorsione
Capelli biondi non troppo lunghi, e lo sguardo che parla di un’adolescenza non ancora troppo lontana.
Questa giovane ragazza era stamani di fronte al giudice per difendersi dai reati di tentato omicidio, lesioni aggravate e tentata estorsione nei confronti della donna che l’ha messa al mondo.
I fatti si riferiscono a quanto avvenuto un anno fa, a un bisticcio occorso nella proprietà di famiglia a Osmate dalla quale P.P. uscì in manette.
Quel giorno la ragazza, classe 1997 che prestava servizio nell’attività di famiglia, un’azienda agricola con B&B, chiese il compenso della settimana in alla madre maniera brusca: ne è nato un furioso litigio da cui è scaturita la decisione della giovane di lasciare la casa e per la rabbia, la ragazza ha raccontato di aver preso un coltello sentendosi così maggiormente protetta da una situazione per lei difficile.
Ma arrivati all’esterno dell’abitazione le due, madre e figlia armata di coltello si sarebbero fronteggiate. La più giovane ha raccontato di «impugnare l’arma come si fa con una matita, con la punta all’insù» e «in quel momento mia mamma ha tentato di afferrare la lama con la mano, ferendosi».
Nella lite è intervenuta anche la nonna materna: «Non volevo farle male, aveva le stampelle, si è messa in mezzo e dalla rabbia ho colpito con un calcio la stampella», ha continuato la ragazza di fronte al giudice.
Solo che di rimbalzo l’oggetto metallico raggiunse il braccio dell’anziana, che rimase ferita.
A quel punto vengono chiamati i carabinieri, la giovane arrestata, poi messa ai domiciliari e sottoposta a misura cautelare dell’obbligo di firma e del divieto di avvicinamento.
Oggi in aula era presente la stessa madre che ha ascoltato la figlia dai banchi del pubblico e non si è opposta quando il giudice che presiedeva il collegio, Orazio Muscato, ha chiesto un parere circa l’ipotesi di sospendere le misure cautelari. La madre non ha posto alcun veto e la giovane imputata si è vista revocare le misure: attualmente lavora in un bar di Varese e vice da sola, riuscendo a mantenersi economicamente nonostante la giovane età.
Il prossimo atto del processo si terrà a novembre. A margine dell’udienza l’avvocato della difesa Lara Paladino, commentando i fatti ha espresso dubbi circa la reale attinenza dei fatti ai capi d’imputazione contestati: troppo il tentato omicidio «e le condizioni fisiche della nonna che ha subito una lesione con sanguinolento in realtà sono dovute alla particolare cura con anti coagulanti a cui l’anziana era in quel periodo sottoposta».
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