«Bernal, maglia gialla e gran bravo ragazzo: felice per la sua vittoria»
Mario Androni, imprenditore di Angera, è stato il primo sponsor europeo del vincitore del Tour de France: «Michele Bartoli ci assicurò che Egan era un fenomeno. Spero resti umile: è perfetto così com'è»
Quel ragazzo in maglia gialla, timido ma capace di ringraziare in quattro lingue (italiano compreso) dal podio più alto del Tour de France, ha regalato un brivido speciale a un mecenate dello sport – sì, esistono ancora – della nostra provincia. La vittoria di Egan Bernal, prima volta di un colombiano alla Grande Boucle, ha strappato un sorriso particolare a Mario Androni, l’imprenditore di Angera che da oltre un decennio sponsorizza con il suo nome e la sua azienda – la Androni Giocattoli – una delle squadre italiane di maggior rilievo. (in alto: Bernal con Geraint Thomas – foto Team Ineos)
Proprio la Androni è stato il team che per primo, in Europa, ha creduto nelle qualità del 22enne sudamericano, scovato nel mondo della mountain bike dall’ex corridore Paolo Alberati e segnalato a Gianni Savio, il team manager della formazione sponsorizzata dal “giocattolaio” (la definizione è dello stesso Androni) che si divide tra la sua abitazione di Angera e Varallo Pombia dove ha la sede la sua azienda. Era il 2016 quando il giovanissimo Egan iniziava a correre nel ciclismo professionistico e a fare incetta di “maglie di miglior giovane” nelle varie corse a tappe, piccole e grandi, affrontate a cavallo della propria bici sotto la guida del vulcanico Savio e del direttore sportivo Giovanni Ellena, altro fedelissimo del team e figura fondamentale per la crescita del nuovo “re di Francia”.
Signor Androni, che sensazione ha avuto nel vedere Egan Bernal in giallo a Parigi?
«Per me è stata una grande gioia, perché conosco Egan e so che è una persona seria, a posto. Dissi che era un ragazzo importante ancora prima che iniziasse a vincere in bicicletta: al giorno d’oggi è difficile trovare nei nostri ragazzi una maturazione come quella che ha avuto lui. È un campione di natura».
Come avvenne l’approdo alla squadra di cui lei è sponsor?
«Bernal correva con le mountain bike ed era uno sconosciuto a livello di ciclismo su strada. Ricordo che venne a correre una gara ad Andorra e Paolo Alberani andò a osservarlo anche lì, poi contattò il nostro team manager Gianni Savio. Lui lo portò da Michele Bartoli (il campione pisano che vinse, tra l’altro, due Liegi, due Lombardia e un Fiandre ndr) il quale ci disse senza alcun dubbio che Egan era un fenomeno. Quando Savio mi contattò per un eventuale ingaggio gli dissi di procedere: cercavamo da anni una “mosca bianca” e con lui la trovammo».
Con la Androni Giocattoli-Sidermec, il giovane colombiano iniziò a vincere. Poi arrivò la chiamata del Team Sky.
«Sì, conquistò diverse corse e diverse “maglie”, ma come ho detto, prima di essere vincente in bicicletta si dimostrò un gran bravo ragazzo. Con lui ho avuto un bel rapporto anche se, al di fuori delle corse, viveva nel Canavese per stare vicino alla casa di Ellena. Il contratto con la Androni era di quattro anni, ma dopo due stagioni Savio mi disse che c’era questa offerta importante della Sky (oggi divenuta Team Ineos ndr) e purtroppo, per ragioni di bilancio, dovemmo lasciarlo andare. D’altra parte, le vittorie di una squadra come la nostra sono proprio queste: contribuire a lanciare giovani di grande talento negli squadroni del ciclismo attuale. Per conto mio, sono contento di essere stato parte della sua crescita, per tutti noi resta un grande ricordo».
Quando ha capito che Bernal poteva davvero prendersi il Tour 2019?
«Nelle tappe dei Pirenei, quelle disputate nel secondo fine settimana del Tour. Avevo intuito che il suo “motore” era davvero pronto e in grande forma, e anche in viso mi sembrava il più rilassato e fresco dei contendenti per la vittoria finale. Infatti, quando è stato necessario spingere al massimo per fare la differenza sulle Alpi, Egan è andato in fuga staccando tutti gli altri favoriti: se non avessero fermato la tappa di venerdì 26, quella del Col de l’Iseran, avrebbe inflitto un distacco maggiore agli avversari. Ne sono sicuro».
Oggi cosa direbbe al suo ex corridore?
«Se posso permettermi un consiglio, gli direi di volare basso e di restare umile, perché Bernal è già perfetto così com’è».
Ultima domanda: vedremo il marchio della Androni Giocattoli in gruppo anche nel 2020?
«Sì, dopo il Giro d’Italia ho già confermato la nostra presenza come sponsor della squadra allestita da Gianni Savio. Sono da tanto tempo nel ciclismo, ma è uno sport che continua a divertirmi e piacermi. Tiremm innanz, quindi, anche se l’impegno è importante».
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