
Coltellate alla moglie: condannato a 6 anni per tentato omicidio
La sentenza questa mattina di fronte al giudice per l’udienza preliminare di Varese

Non sono bastate le perizie presentate dalla difesa in merito alla potenza e alla posizione delle coltellate ricevute da una donna a Marchirolo, qualche mese fa.

Secondo quanto riportato in una prima dinamica del fatto, poi confermata dall’interrogatorio in sede di convalida del fermo, l’uomo avrebbe colpito la moglie mentre era ancora a letto, nel sonno.
Violenza estrema che ebbe fine solo grazie al fatto che alla furia del coniuge si frappose il figlio della coppia, un ragazzo di soli 15 anni che si ferì per proteggere la madre.
L’altro genitore, classe 1976, accompagnato da un parente si presentò alla stazione dei carabinieri nella notte tra il 14 e il 15 febbraio scorsi dove venne fermato e successivamente sottoposto a misura cautelare.
Oggi quell’uomo, di professione muratore e originario di Vibo Valentia, era in aula a Varese assistito dal suo legale Corrado Viazzo che lo difendeva da un reato pesante: tentato omicidio.
Le eccezioni della difesa giravano attorno a due punti: le motivazioni di quell’alterco sfociato nelle lame, legate a questioni intime e sentimentali della coppia, e la tipologia dei fendenti.
Secondo il difensore, infatti, le coltellate erano state inferte solo in due punti vitali e non erano particolarmente penetranti.
Una tesi che non è stata accettata dal giudice, Anna Giorgetti, che in rito abbreviato ha invece condannato l’uomo a sei anni di carcere, dunque per il reato di tentato omicidio.
La vittima è difesa dall’avvocato Paolo Bossi.
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