Tognola: “I due Cedri dell’Atlante sono sani, vanno salvati”

Il consigliere comunale Alberto Tognola scrive una lettera aperta a sindaco e Giunta: "Decisione sbagliata, presa contro il parere espresso dall'agronomo"

Cedri Atlante, Daverio

Alberto Tognola, consigliere comunale ed ex sindaco di Daverio, torna con una “lettera aperta” sui due Cedri dell’Atlante che l’amministrazione comunale vorrebbe abbattere.

La lettera, rivolta al sindaco Franco Martino e alla Giunta, è un accorato appello a ritornare sui propri passi, anche alla luce delle risultanze della perizia fatta dall’agronomo.

«Il mio appello a salvare i cedri dell’Atlante centenari del parco del Municipio di Daverio non ha sortito nessun ripensamento in voi – scrive Tognola – Devo quindi mio malgrado tornare sulla decisione della Giunta comunale di abbatterli.

Questa decisione è stata presa sulla base della relazione di un agronomo con Delibera di Giunta n. 14 del 7.2.1919. La Delibera di Giunta, però, modifica arbitrariamente, peggiorandole, le risultanze dell’indagine dell’agronomo prospettando una soluzione di abbattimento dei cedri 23 e 24, in luogo dei provvedimenti suggeriti dall’agronomo di raccorciamento della branca da effettuarsi con posa di due tiranti di sicurezza per l’ancoraggio di due rami principali (Vedi scheda qui sotto riportata); lei, Sindaco, ha commissionato una perizia all’agronomo Dott. Valerio Pasi e ha deciso di non attenersi alle risultanze.

CEDRO n. 23
Relazione agronomo Dr. Valerio Pasi
La propensione al cedimento del cedro n. 23 è da considerarsi “improbabile”,
Testo della Delibera di Giunta n. 14 del 7.2.1919
cedro dell’atlante, esemplare n. 23, su parcheggio di Via Roma a confine con proprietà privata: albero in classe di appartenenza C-D, elevata propensione al cedimento dell’albero

CEDRO n. 24
Relazione agronomo Dr. Valerio Pasi
La propensione al cedimento del cedro n. 24 è da considerarsi “improbabile”,
Testo della Delibera di Giunta n. 14 del 7.2.1919
cedro dell’atlante esemplare n. 24, su parcheggio di Via Roma a confine con proprietà privata: albero in classe di appartenenza C-D, elevata propensione al cedimento dell’albero
Cosa dice in sostanza la relazione dell’agronomo?

1       I due cedri sono sani

2       Ci sono due grossi rami che vanno ancorati in modo da prevenirne la caduta

3       Le radici hanno prodotto una fessurazione sul muro di confine con privati

Anche sul terzo punto la Delibera di Giunta modifica le risultanze dell’agronomo, infatti rileva: “Anche il danneggiamento del muro di contenimento non potrà nel tempo che aggravarsi, in quanto la spinta esercitata dalle radici progredisce, seppur lentamente, e potrebbe portare alla frattura completa del muro stesso con possibile ribaltamento della pianta. Quando invece la relazione dell’agronomo dice “Anche il danneggiamento del muro di contenimento non potrà nel tempo che aggravarsi, in quanto la spinta esercitata dalle radici progredisce, seppur lentamente, e potrebbe portare alla frattura completa del muro stesso con possibile ribaltamento”, laddove essendo il soggetto il muro è evidente che il ribaltamento si riferisce al muro e non alla pianta.

A questo punto ho chiesto l’accesso agli atti e ho potuto constatare che non ci sono altri documenti alla base della delibera di Giunta fuor che la relazione dell’agronomo, cioè non esiste un preventivo di costi per l’ancoraggio dei rami né per la messa in sicurezza del muro di cinta, né perizie di nessun genere tecnico e giuridico. Tuttavia lei Sindaco, in risposta a una mia interrogazione, afferma che “le condizioni del muro di contenimento presuppongono difficili soluzioni tecniche, oltre che onerose per l’Amministrazione” e quindi non c’è alternativa all’abbattimento: in base a quali documenti può fare questa affermazione?

Ma prendiamo per buona la sua affermazione. Analizziamo la sua valutazione di interventi “troppo costosi”. Ovviamente contiene un giudizio che non è basato su dati oggettivi ma su una valutazione politica: cioè salvare due cedri centenari è troppo costoso. Questa affermazione fatta da lei che nel corso del 2018/19 ha polverizzato avanzi di amministrazione per circa un milione di euro è piuttosto singolare.

Valutiamo la questione da un punto di vista ambientale. Non si tratta solo di un problema estetico. I due cedri in oggetto sono alberi che producono ossigeno, bene di cui il nostro mondo necessita per contrastare l’aumento dell’anidride carbonica in atmosfera, causa del riscaldamento globale ormai sotto gli occhi di tutti. Inoltre i cedri costituiscono l’unica quinta naturale a sud per ombreggiare l’edificio comunale e contribuire ad abbassare la temperatura in modo naturale negli uffici comunali e nel Centro anziani che l’edificio municipale ospita. Nel programma elettorale sulla base del quale i cittadini hanno eletto la lista “Star bene a Daverio”, di cui sia io che lei facevamo parte nel lontano 2016, alla voce “Aree verdi” proponeva “una politica del verde tesa a salvaguardare le aree agricole, verdi e boschive”. Forse lei ha cambiato programma, visto che ha già fatto abbattere 5 piante nel parco della Palestra comunale tra cui un salice centenario, 3 cedri si appresta ad abbattere nel parco comunale, altre 5 si appresta ad abbattere nell’area cimitero tra cui 3 pioppi di 25 m di altezza, e siamo a 13; nell’intervista a Varese News del 15.7.2019 lei dichiara che la sua attenzione nei confronti dell’ambiente è altissima e che difenderà “le piante sane e taglierà quelle malate”, dichiarazione che mi ha fatto raggelare il sangue.

Dovrebbe invece, fare l’unica cosa sensata che avrebbe dovuto decidere cinque mesi fa, cioè seguire i suggerimenti dell’agronomo, ovvero ancorare i rami e sistemare il muro di cinta, rassicurando in questo modo i vicini con una decisione basata sul buon senso e su dati scientifici».

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Pubblicato il 29 Luglio 2019
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