Whirlpool, con la crisi di Governo la trattativa al Mise rischia di bloccarsi

Il prossimo incontro al ministero per decidere il destino dello stabilimento di Napoli è previsto per 6 settembre. I sindacati dei metalmeccanici temono che la caduta del governo paralizzi le trattative iniziate al Mise

Trattativa Whirlpool Mise

Con la crisi di Governo in corso, sindacati e lavoratori si chiedono che cosa ne sarà dei circa 150 tavoli di trattativa aperti al ministero dello Sviluppo economico, tra cui anche quello  riguardante lo stabilimento Whirlpool di Napoli. Prima dell’apertura della crisi, gli scenari relativi al destino dello stabilimento partenopeo erano due: il trasferimento di volumi produttivi dall’estero della multinazionale americana e la reindustrializzazione del sito partenopeo attraverso la cessione dell’azienda a un partner industriale. Lunedì, quando i lavoratori della Whirlpool di Napoli rientreranno dal periodo di ferie, ad attenderli non ci sarà una delle due soluzioni già operative, bensì un’ulteriore incertezza rappresentata dallo stallo in cui si è cacciato il  governo Lega e M5s che rischia di bloccare tutto. (nella foto, il ministro Di Maio con Fabio Dell’angelo della Uilm in una delle ultime trattative)

L’ultimo incontro tra le parti sociali e il ministro Di Maio era avvenuto all’inizio di agosto con l’impegno di rivedersi sempre al Mise all’inizio di settembre. «È un momento molto critico – spiega Fabio dell’Angelo segretario provinciale della Uilm, presente a quasi tutti gli incontri  della trattativa al ministero -. Stiamo aspettando la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del decreto Imprese ( prevista  per il 28 agosto prossimo, ndr) dove sono contenute le misure per le crisi aziendali. Anche se non erano state accolte tutte le richieste, il ministero aveva comunque garantito la copertura per un anno mezzo della decontribuzione dei contratti di solidarietà. Insomma, si era ripercorsa la strada usata nella trattativa con Electrolux. Un segnale importante che però aveva bisogno di ulteriori sviluppi poiché l’azienda stessa non lo riteneva sufficiente. La preoccupazione è dunque sacrosanta: a pochi giorni dal prossimo incontro non sappiamo se il nostro interlocutore sarà ancora Luigi Di Maio e se le misure annunciate dal ministro saranno effettive».

Nel frattempo, allo stabilimento di Cassinetta di Biandronno la produzione è ripresa regolarmente da lunedì scorso, ma la questione riguardante il destino di Napoli non è mai passata in secondo piano. «La crisi di governo rimette in discussione tutto a partire dal ruolo che svolgerà il Mise – commenta Tiziano Franceschetti della segreteria della Fim Cisl dei Laghi e rsu allo stabilimento di Cassinetta -. È un problema serio perché questa incertezza blocca di fatto la trattativa. Inoltre, noi abbiamo sempre pensato che la seconda soluzione, cioè la vendita dell’impianto Whirlpool di Napoli, non sia praticabile in quanto nomi di possibili acquirenti al momento non ce ne sono. Crediamo invece che la via maestra sia far rientrare volumi produttivi dall’estero e un rilancio della produzione da parte della stessa multinazionale americana e non da ipotetici acquirenti».

Il prossimo appuntamento al Mise per le parti sociali era stato fissato per il 6 settembre prossimo. A quella data però non è assolutamente certo, a detta del sindacato dei metalmeccanici, che si riprenda a trattare. Le crisi aziendali coinvolgono complessivamente circa 200mila lavoratori di cui un quarto, compresi quelli della Whirlpool di Napoli, attendono interventi  governativi urgenti. «Al momento tutto tace – conclude Nino Cartosio segretario provinciale della Fiom -. Credo che per formulare qualsiasi ipotesi sul prosieguo della trattativa occorra aspettare il mese di settembre . Certo, la crisi ha complicato tutto».

Michele Mancino
michele.mancino@varesenews.it

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Pubblicato il 23 Agosto 2019
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