
Maccagno, il Tar non decide ancora sulla scheda contestata
La terza sezione del giudice amministrativo regionale ha “trattenuto la procedura di ricorso“

Si dovrà ancora attendere per sapere l’esito della procedura sollevata dal gruppo di minoranza del comune di Maccagno con Pino e Veddasca (nella foto) in merito ad una scheda contestata nelle ultime elezioni amministrative.
La Sezione terza del Tribunale Amministrativo Regionale della Lombardia «ha trattenuto la procedura del ricorso elettorale, in decisione», fa sapere Davide Compagnoni, avvocato, ma soprattutto candidato sindaco alle ultime consultazioni, perse al ballottaggio dopo il clamoroso pareggio di 802 voti a 802.

Ed è proprio sul filo di questa parità con una scheda contestata ma sembra vergata con penna a sfera invece che con la matita copiativa, che si gioca la disputa.
In pratica «la procedura è stata ritenuta matura per la decisione ed il Collegio l’ha introitata per emettere il provvedimento in base alle proprie tempistiche», ha spiegato Davide Compagnoni, anch’egli in attesa di sapere quale sarà la decisione finale che potrebbe arrivare anche in tempi non brevi.
Come deciderà la Corte? Prevarrà la forma, che vede l’uso della matita copiativa come sistema che garantisce anche la non riconoscibilità del voto? Oppure la sostanza, con l’applicazione del principio del favor voti, per il quale in sede di scrutinio la validità del voto contenuto nella scheda deve essere ammessa ogni qualvolta sia possibile desumere l’effettiva volontà dell’elettore?
Sentenze, precedenti di giurisprudenza, motivazioni e interpretazione di leggi e circolari ministeriali: ci vuole probabilmente tempo per sapere l’esito della procedura e la conseguente decisione.
Un frangente in cui, in paese, il clima continua ad essere sospeso.
I rapporti fra maggioranza e minoranza sono più che gelidi, anche a fronte dei due esposti che sempre Davide Compagnoni ha presentato alla Procura della Repubblica di Varese per altrettanti episodi su cui chiede ai magistrati di fare chiarezza, entrambi avvenuti, secondo le carte in mano ai pm varesini, fra il primo scrutinio e il successivo ballottaggio.
Sul punto, lunedì scorso, si è tenuto un consiglio comunale a seduta segreta.
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