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Il Comune di Gallarate si costituirà parte civile nell’inchiesta Mensa dei Poveri
Il provvedimento è passato oggi in giunta, si dice di "valutare l'azione". In ballo i danni d'immagine alla città, ma anche i 280mila euro spesi per la Variante al Pgt che è risultata inquinata dal "gruppo Caianiello"
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Il Comune di Gallarate si costituirà parte civile nei procedimenti degli indagati per la inchiesta Mensa dei Poveri.
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Il provvedimento è stato votato oggi dalla giunta, presieduta dal sindaco Andrea Cassani.
O meglio: come sottolineato nella delibera, si procede a dare incarico ad un legale (all’avvocato Riccardo Piga) per valutare “l’esistenza dei presupposti della costituzione di parte civile” nei procedimenti penali che andranno ad instaurarsi, come parte civile, l’ente Comune di Gallarate, per “recuperare quanto indebitamente speso nonché farsi risarcire il danno d’immagine” cagionato da un’inchiesta che ha portato il nome della città alla ribalta almeno a livello regionale.
Tra gli elementi più concreti in ballo c’è la spesa di 280mila euro per la Variante al Pgt, arrivata a inizio 2019 al primo passaggio in consiglio e risultata tanto inquinata che già a giugno è stata ritirata formalmente (vedi qui). Già nelle settimane successive all’inchiesta, nel primo consiglio comunale, il sindaco Andrea Cassani aveva annunciato l’intenzione di chiedere i danni al “gruppo Caianiello”, di cui faceva parte anche l’es assessore all’urbanistica Alessandro Petrone (che va verso il patteggiamento). Formalmente, la delibera fa riferimento a procedimenti che coinvolgono “soggetti che operano o hanno operato all’interno del Comune di Gallarate relativamente alla pianificazione territoriale”, quale risulta essere proprio Petrone (ma ci sono altri indagati coinvolti nel “capitolo urbanistica”).
Nelle settimane scorse era stata avviata anche una petizione – proposta dall’avvocato Pietro Romano – per chiedere formalmente all’amministrazione di costituirsi parte civile.
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