È morta Antonia Campi, grande designer italiana

Il suo nome è legato alla Società Ceramica Italiana di Laveno Mombello dove ha iniziato la carriera che l'ha portata ad essere famosa in tutto il mondo. Domani sera al Midec le verrà reso omaggio

Generico 2018

È morta all’età di 98 anni la grande designer italiana, Antonia Campi. L’artista, originaria di Sondrio, si è spenta in Liguria, nella casa di amici dove viveva da diverso tempo.

La notizia della sua scomparsa ha iniziato a girare tra gli affetti più stretti questa mattina presto, poi si è diffusa tra i colleghi del mondo dell’arte e della ceramica. «Ci ha lasciato una grande donna e una grande designer», spiega Enrico Brugnoni, collezionista e curatore scientifico del Midec, Museo Internazionale di Design Ceramico di Cerro di Laveno Mombello, dove sono esposte anche le opere della famosa designer.

«La ricorderò con il sorriso sulle labbra e un bicchiere di vino in mano, così com’è nella foto che le ho scattato anni fa – racconta Brugnoni -. Ci siamo frequentati per tanti anni, era una grande amica. Da tempo viveva in Liguria, dove è morta nella notte».

Antonia Campi era una donna e designer molto amata. La sua scomparsa lascia un vuoto in tutti coloro che negli anni hanno apprezzato il suo lavoro così innovativo e originale. Fin dall’inizio della sua carriera, negli anni ’60, ha dimostrato un grande talento e uno sguardo unico. Appena assunta alla Società Ceramica Italiana di Laveno Mombello come operaia infatti, fu notata dall’allora direttore Guido Andlovitz che le permise di progettare articoli di fantasia e pezzi unici usando la terraglia forte ma anche la ceramica.

Da lì la sua carriera non si è più fermata. Tra gli altri riconoscimenti, nel 2006 il Comune di Laveno Mombello le ha conferito la cittadinanza onoraria, mentre nel 2011 è stata premiata col Compasso d’Oro alla Carriera. «Le sue grandi capacità artistiche e di innovazione progettuale hanno contribuito a rendere grande la ceramica lavenese nel mondo. Inoltre, è stata capace di affermarsi in anni in cui per le donne era difficile trovare spazio», continua Carla Tocchetti, curatrice di mostre ed eventi.

Le opere firmate dalla designer sono esposte nei musei di tutto il mondo mentre al Midec ne sono custodite una quarantina. «Tra i pezzi più famosi troviamo il “Vaso spaziale”, in esposizione anche al Moma di New York, e il “Servizio gallo”», spiega Brugnoni.

Domenica il museo di Cerro le dedicherà un omaggio all’interno della giornata dedicata al Premio Midec,  ma le occasioni per ricordare Antonia Campi, da tutti soprannominata Neto, saranno diverse. Ad iniziare dalla mostra che verrà inaugurata il 3 novembre con le sue opere e quelle di Guido Andlovitz. Inoltre, proprio in questi giorni, a Palazzo Verbania si può vedere la mostra curata da Brugnoni e Dozzio “Le ceramiche dei laghi. Ghirla e Laveno. 1900-1955” (fino al 14 novembre) in cui le si rende omaggio.

Adelia Brigo
adelia.brigo@varesenews.it

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Pubblicato il 18 Ottobre 2019
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