Morti da monossido, notte fuori casa per tre famiglie
Il sindaco Alberio ha firmato l’ordinanza di sgombero: la protezione civile ha aiutato i residenti
Una notte in albergo per consentire di fare luce sull’accaduto, in totale sicurezza.
Per fare chiarezza sulla morte di Pierluigi Roncari e della madre Giuseppina Salvi avvenuta tra sabato e domenica per via del monossido nella palazzina di via dei Pozzi, non basterà solo l’autopsia.
L’attenzione di carabinieri e vigili del fuoco già nella giornata di ieri, lunedì, si era soffermata su una canna fumaria dell’immobile che serve tre appartamenti oltre a quello dove è avvenuta la tragedia.
Sul fatto che si tratti di avvelenamento da monossido già ieri gli investigatori non avevano dubbi. Molto probabile il difetto di combustione di uno scalda acqua, un boiler a gas nell’appartamento al piano terra del civico 7, in una strada senza uscita fra il centro commerciale e l’area artigianale di Gavirate.
Tuttavia gli investigatori vogliono avere riscontri in merito al corretto funzionamento degli sfiati, fatto che a titolo precauzionale ha spinto il sindaco Silvana Alberio a firmare un’ordinanza di sgombero già nel primo pomeriggio di lunedì per tre nuclei famigliari che occupano piani superiori del palazzo, nell’ala che sovrasta la casa in cui sono stati trovati i corpi.
I residenti, in tutto una decina di persone con minori sono state accompagnare dalla protezione civile e sai servizi sociali in una vicina struttura alberghiera: le operazioni di questa piccola “task force” sono state coordinate dal vice sindaco Massimo Parola.
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