Whirlpool: “Chiudere Napoli unica alternativa”
È scontro col Governo. L’azienda: “Ci troviamo costretti a procedere alla cessazione dell'attività produttiva, con decorrenza 1 novembre 2019”
Muro contro mura tra Whirlpool Emea e il Governo.
Nell’incontro di oggi, martedì 15 ottobre, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il Ministro per dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli hanno ribadito il loro no al progetto di dismissione del sito di Napoli da parte di Whirlpool: «Incontro non positivo, nonostante massima disposnibilità del Governo per continuare e aumentare produzione. Whirlpool propone unica soluzione di cessione ramo d’azienda. Se continua linea, anche Governo farà le sue scelte unilaterali – ha detto Patuanelli al termine dell’incontro -. Insieme al Governo decideremo i passi per affrontare questa crisi aziendale. Il Governo propone di variare la produzione, fascia di gamma o altro, dando tutto il supporto, ma per noi è fondamentale farlo con Whirlpool: ci può essere lo spazio per fare cose diverse, è surreale che non cambino idea nonostante le nostre aperture. Questa è una situazione che non vogliamo si ripeta, non vogliamo comportamenti predatori in Italia da parte di multinazionali: c’è un piano industriale firmato a ottobre 2018 che non può e non deve essere ignorato».
Duro il commento della società: «Whirlpool EMEA prende atto con grande rammarico della mancata disponibilità da parte del Governo a discutere il progetto di riconversione del sito. Tale progetto, come più volte sottolineato, rappresenterebbe l’unica soluzione in grado di garantire la salvaguardia occupazionale e la sostenibilità nel lungo periodo dello stabilimento di Napoli. Come infatti già presentato nei mesi scorsi, Whirlpool EMEA durante l’incontro odierno ha ripercorso le opzioni alternative alla riconversione, non sostenibili nel medio-lungo termine – si legge nella nota di Whirlpool Emea -. Vista l’impossibilità di una discussione sul merito del progetto di riconversione e i mesi di incontri che non hanno portato ad alcun progresso nella negoziazione, l’azienda, come comunicato durante la riunione a Palazzo Chigi, si trova costretta a procedere alla cessazione dell’attività produttiva, con decorrenza 1 novembre 2019. Come già ribadito, nonostante ingenti investimenti realizzati negli ultimi anni, lo stabilimento di Napoli non è più sostenibile per via di una crisi strutturale. Il sito opera infatti al di sotto del 30% della capacità di produzione installata a causa del drastico declino della domanda di lavatrici di alta gamma a livello internazionale e di congiunture macroeconomiche sfavorevoli, condizioni non previste né in alcun modo prevedibili al momento della sottoscrizione del Piano Industriale del 25 ottobre 2018. La disponibilità confermata oggi dal Governo e quella inclusa nel decreto per la risoluzione delle crisi aziendali sono misure non risolutive e che non possono incidere né sulla profittabilità del sito di Napoli nel lungo periodo, né sulla competitività di Whirlpool nella regione EMEA (Europa, Medio Oriente e Africa)».
«Whirlpool EMEA tiene a ribadire la strategicità dell’Italia, dove sono impiegate circa 5.500 persone e dove l’Azienda ha realizzato investimenti significativi nel corso degli anni, arrivando a costruire la più forte presenza produttiva del settore – chiosa l’azienda -. In questo contesto, Whirlpool EMEA confida nella continua collaborazione con il Governo italiano per supportare la propria forte presenza nel Paese e per garantire che gli investimenti rendano i propri impianti competitivi per il mercato globale».
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