Il miele di Angera nella dispensa di Alice Tv

È una delle produzioni simbolo della filiera corta ma anche tra le attività più minacciate dal cambiamento climatico. Il racconto di chi lo produce

miele di angera vecchio castagno

Il miele di Angera sarà tra gli ingredienti protagonisti della trasmissione “La dispensa di Alice” in onda sul canale 221 del digitale terrestre. A presentarne le caratteristiche e le applicazioni in cucina saranno Francesca e Valeria Onofrio, titolari dell’agriturismo Vecchio Castagno di Angera.

«Dal nostro miele ricaviamo alcuni prodotti derivati – spiega Francesca – prevalentemente gelati nel periodo di produzione da marzo fino a settembre e sotto il periodo natalizio invece produciamo anche il torrone. Ma il miele viene anche degustato puro, nel menu dell’agriturismo, accanto a formaggi e ricotta: si tratta di un classico del cucina che attrae numerosi turisti, anche stranieri, di passaggio nel periodo estivo e anche tanti clienti che provengono dalle zone di Gallarate, Busto Arsizio e Legnano».

La qualità e la freschezza dei prodotti a km zero premiano chi li produce: «Nella nostra azienda il cliente ha la possibilità di assaggiare un prodotto genuino – prosegue Francesca -. Da circa un anno abbiamo avviato la preziosa collaborazione con il programma “Alice” che per noi è un’occasione molto importante per far conoscere quello che facciamo, tra cui appunto il miele a cui saranno dedicati due appuntamenti (lunedì 25 novembre e lunedì 2 dicembre a partire dalle ore 19.40)». In particolare l’agriturismo angerese produce il miele millefiori e quello di robinia.

Sulle rive del Lago Maggiore l’apicoltura ha una tradizione importante. Sono diverse le aziende che producono questo alimento dalle preziose qualità. Nella cittadina della Rocca è molto conosciuta anche l’Apicoltura Costantini, nata, come spiega la titolare Monica, «dalla passione per gli animali di mio padre Giulio, che nel ‘76, quando io avevo 2 anni, decise di prendere una cassetta di api da un suo amico e portarla a casa. Da quel momento il numero di cassette iniziò a crescere e con esso anche l’azienda. Nel 2012 subentrai io».

«Principalmente produciamo miele – aggiunge – vista anche la zona conosciuta da molti per l’acacia, castagno e millefiori, ma effettuiamo anche nomadismo nella zona di Domodossola per produrre miele di tiglio e ci spostiamo anche nelle risaie vercellesi per produrre il miele di melata e la reynoutrea, un miele che fiorisce tardi e che è più importante per le api rispetto alla sua vendita, visto che viene usato per nutrirle».

Anche il punto vendita di via Milano è un simbolo della produzione a filiera corta: «Abbiamo fatto la scelta di vendere al dettaglio – racconta Monica – ci troviamo in una zona famosa per il miele e la gente lo ricerca, vediamo una clientela interessata anche dalla zona del Milanese, grazie anche al passaparola. Abbiamo anche alcuni prodotti derivati: il polline e in questo periodo abbiamo avviato anche la produzione della pappa reale».

L’apicoltura è una delle attività che oggi risente maggiormente della situazione climatica. Quanto, lo hanno sottolineato più volte gli stessi produttori: «In maniera terrificante, questi anni sono stati spaventosi, ci troviamo a fare i conti con temperature o troppo fredde o estremamente calde e i fenomeni meteorologici estremi ne sono la riprova. Con l’innalzamento delle temperature e con gli inverni che non sono più così freddi, le api non fanno più pause e continuano a deporre. L’ape regina in inverno dovrebbe invece smettere di deporre, questo fa si che ci avvii una pulizia all’interno dell’alveare visto che la varroa, un parassita che vive al suo interno e che si nutre di piccole larve, non trovi più sostentamento. Rimanere attive di continuo non è per loro un fattore favorevole».

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Pubblicato il 21 Novembre 2019
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