La piazza delle sardine canta Dalla e “Bella ciao”

Canti e storie che si incrociano quelle nella piazza delle Sardine: "In piazza la gente che ha a cuore la buona politica, i valori costituzionali ed antifascisti"

Sardine a busto arsizio

Alla fine le Sardine si sono prese piazza San Giovanni. Non un’invasione da tsunami, ma comunque sono state almeno 600 le persone che hanno preso parte alla manifestazione che da un paio di settimane mobilita energie e piazze in tutta la Penisola.

Nate lo scorso 14 novembre a Bologna, nel contesto delle elezioni regionali che potrebbero cambiare definitivamente gli equilibri politici nazionali, le Sardine hanno monopolizzato l’attenzione dei media e il loro portavoce Mattia Santori da allora sta girando per gli studi televisivi per spiegare l’effettivo messaggio di queste piazze.

Recentemente poi si è tenuta a Milano un’edizione da record con più di 25mila partecipanti in piazza Duomo, aspettando la prova di un’altra piazza San Giovanni, quella di Roma, prevista per questo sabato. Il primo pensiero che balza alla mente è che queste siano piazze nelle quali poter essere sé stessi ed esprimere la propria idea di comunità, lontano dai programmi politici e partitici.

Si son viste Sardine da tutta la provincia a Busto Arsizio, in una piazza a mezzo servizio – per la presenza della pista di pattinaggio – che è stata scaldata prima dagli interventi degli organizzatori, Rossella Iorio e Silvano Monticelli, che hanno ribadito l’apoliticità del movimento, attaccato solo ai principi di democrazia, inclusione e costituzionalità.

Poi a salire sul “palco” è stata la volta della musica, tanta musica, che ha coinvolto in grande stile la folla assembrata tra il Duetto, la pista di pattinaggio e l’edificio dell’Ubik. Oltre all’immancabile Bella Ciao, non è mancato anche l’Inno di Mameli “ormai monopolizzato dai sovranisti” e l’inno quasi ufficiale del movimento Com’è profondo il mare di Lucio Dalla.

Tante storie in piazza San Giovanni: una trasversalità di età, esperienze, vite e studi, ma con in testa la stessa idea di politica trasparente e ripulita dalla retorica della destra.

A colpire è il racconto di una famiglia siriana: «Siamo in tre, io Hamal, mia moglie Manhal (giordana d’origine) e nostra figlia Sophie: siamo qui per il futuro di nostra figlia. Io e mia moglie siamo già scappati da un paese, la Siria, e recentemente visto il clima d’odio del dibattito politico italiano ci è risalita la paura di dover emigrare nuovamente. Vediamo l’Italia che cambia ed è un peccato, lei è nata qui e non vorremmo strapparla alla normalità per passare quello che abbiamo passato noi».

Tra le voci della folla filtra ottimismo, quasi incredulità: «Non ci aspettavamo una piazza così: a prescindere da quanti siamo, questa è una grande vittoria perché Busto dimostra di avere una parte viva e partecipe, che ha a cuore la buona politica, i valori costituzionali ed antifascisti».

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Pubblicato il 09 Dicembre 2019
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