Tra le macerie della guerra, sboccia il fiore del Claun Pimpa
Sta rientrando dopo aver trascorso un mese in Iraq. Marco Rodari racconta la sua ultima esperienza, resa difficile dalla morte del generale Soleimani
Per lui è ormai un appuntamento fisso. Di quelli che attende con impazienza.
Per il Claun Pimpa ( nome d’arte di Marco Rodari) ritornare dai suoi bambini in Medio Oriente è una necessità.
Così anche nel dicembre scorso, ha chiuso la sua valigia piena di meraviglia e gioia ed è arrivato in Iraq. A Bagdad ha ritrovato il suo pubblico entusiasta, capace di grandi risate davanti a un fiore o a un lancio di coriandoli, nonostante le macerie attorno.
Era proprio nella capitale irachena il giorno dell’attacco americano, costato la vita al generale Soleimani: « Ho saputo di quell’attacco immediatamente, dalla guida che mi portava in giro per i miei spettacoli. Da quel giorno, non ho comunque mai sospeso la mia attività, solo abbiamo adottato qualche tutela in più. Ho proseguito anche nei giorni successivi, pronto ad andarmene in caso di segnali di insofferenza. Ma non è mai successo, non ho mai avuto la sensazione di essere di peso. Nei due giorni successivi all’attacco, ho diradato un po’ gli appuntamenti, ma, superato quel momento, ho ripreso in pieno a proporre i miei spettacoli».
In Iraq, il 40% della popolazione , circa 40 milioni di abitanti, ha meno di 15 anni: « In questi anni – ricorda Il Claun Pimpa – ho visto tantissimi bambini cresciuti in un clima sempre di pericolo. Il rischio principale sono gli attentati, le autobomba. Quando ti si avvicina una vettura senti sempre una certa inquietudine. Ed è così anche per loro che, invece, guardano il cielo con gioia. Dal 2006, la minaccia non è più aerea e quello spazio è tornato ad essere un luogo sicuro. Spero che resti così per sempre…»
Tra le tappe di Marco c’è stata anche Mosul dove è arrivato subito dopo la liberazione dall’occupazione dell’Isis: « All’inizio i bambini erano diffidenti. Erano abituati a essere radunati per vedere ben altri tipi di spettacolo. Ma sono riuscito a ridare il sorriso anche a loro. È stato un lavoro lungo ma ho ricevuto grandi soddisfazioni».
Ora Marco sta rientrando. La sua “vacanza che fa bene al suo cuore” è terminata: « Per il 2020 spero di poter proseguire a fare il clown in questi paesi. Anche perché, quando arrivo io la situazione è magari preoccupante. Ma non drammatica».
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