“Con la chiusura dell’ospedale si perderanno 40 posti letto pubblici”
Il destino del presidio ormai è segnato ma il sindacalista della Cgil pone una questione importante legata all'attuale assistenza offerta
«Che fine finiranno i 40 posti letto pubblici dell’ospedale di Cuasso al Monte?». Se lo chiede il delegato RSU della Cgil Antonio Donnarumma.
Da sempre difensore dell’ospedale periferico destinato alla riabilitazione, oggi, che il destino è ormai segnato con l’apertura ai privati per avviare nuove esperienze socio sanitarie, il sindacalista pone sul piatto il problema del futuro dell’attuale attività del presidio: « Dove verranno spostati i letti attualmente operativi? Offrono un servizio particolare, di solito esclusivo perché le alternative del privato accreditato non lo eseguono. Questi casi così complicati e difficili sotto diversi aspetti, non solo sanitari, chi li seguirà?».
Per Donnarumma non ci sono prospettive di trasferimento all’interno del Circolo: « La sanità varesina può permettersi di smantellare quei 40 posti letto? Per ora non abbiamo risposte».
In un periodo di indicazioni contrastanti, il pericolo della privatizzazione della sanità aleggia come uno spettro: « Non è poi difficile affossare il pubblico e Cuasso ne è un esempio perfetto. È un lavoro quasi nascosto, ma continuo, di impoverimento che svuota di significato l’offerta. Sono anche circolate tante voci infondate sui costi esorbitanti di questa struttura, bollette spaventose per acqua e gas. Peccato che il riscaldamento dell’ospedale sia a gasolio, i costi si aggirino attorno ai 2,5 milioni di euro all’anno, e l’acqua sia gratuita date le numerose falde interne».
Il personale che rimane nell’unico piano aperto è demotivato: « Ci sentiamo ai margini dell’impero. Inascoltati. Certo, nessuno perderà il posto di lavoro, ma qui si sono mortificate professionalità eccellenti».
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Ma ci rendiamo conto che una struttura del genere non ha onestamente ragione di proseguire la sua attività in primo luogo per i costi esorbitanti per il suo mantenimento e, soprattutto, per la sua collocazione scomoda. L’ospedale di Cuasso aveva una ragione di esistere quando funzionava da sanatorio per i malati di tubercolosi ma oggi come oggi sarebbe più adatto come casa di riposo per anziani almeno in parte visto l’ampiezza della struttura.
La questione sollevata, però, non è se sia giusto o meno chiudere quel presidio ma dove verranno spostati i letti attualmente attivi a Cuasso